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Manovra, via libera del Senato: cosa c’è e cosa viene tagliato nella legge di Bilancio

Il Senato, dopo il voto di fiducia, ha dato il via libera alla manovra. Ora la legge di Bilancio passerà all’esame della Camera, dove si prevede, però, che venga blindata, escludendo ogni modifica a causa dei tempi stretti di approvazione. Andiamo a vedere cosa prevede la manovra e cosa è stato invece tagliato, considerando che quella varata ieri dovrebbe essere la versione definitiva.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dal Senato arriva il via libera alla manovra, dopo che il governo ha incassato il voto di fiducia. Ora la legge di Bilancio passerà all’esame della Camera, ma il provvedimento si annuncia blindato e non dovrebbe esserci spazio per alcuna modifica. Quello uscito dall’Aula di Palazzo Madama, insomma, dovrebbe essere il testo definitivo della manovra. La giornata di ieri è stata caratterizzata dallo scontro al Senato sulla cannabis light: un sub-emendamento approvato in commissione è stato dichiarato inammissibile dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, con successivo caos in Aula. Sono 15, in totale, le norme stoppate in quanto ritenute estranee alla manovra: tra queste c’è anche il rinvio (saltato) allo stop al mercato tutelato per l’energia. Molte le correzioni al testo che alla fine, in serata, ha ricevuto la fiducia con 166 sì e 128 no. Poi il via libera è arrivato con 157 sì e 108 no.

La maggioranza non trema, quindi, nonostante il no del senatore M5s Gianluigi Paragone, e l’assenza di altri quattro esponenti pentastellati. Poi è stato il Consiglio dei ministri ad approvare la Nota di variazione del Bilancio. La manovra, dopo i ritocchi, sale a un valore di 32 miliardi, sfruttando anche i nuovi risparmi previsti da quota 100: altri 300 milioni di euro dovuti alle mancate adesioni alla pensione anticipata. Alla Camera la manovra arriverà blindata: non ci dovrebbe essere nessun ritocco per evitare di dilungare i tempi con nuove modifiche in Senato che farebbero slittare l’approvazione definitiva oltre il 31 dicembre. In Aula è Matteo Renzi, leader di Italia Viva, a “chiedere scusa alle opposizioni e al presidente della Repubblica, che ci aveva richiamati” proprio sul dibattito parlamentare reso praticamente impossibile.

Cosa c’è nella manovra approvata al Senato

Il primo punto della legge di Bilancio è lo stop all’aumento dell’Iva. Per il 2020, però, perché per il 2021 e il 2022 vengono previsti aumenti da Iva e accise con le clausole di salvaguardia da disinnescare. Viene inoltre previsto un aumento delle accise sulla benzina per i prossimi anni (a partire dal 2021) se queste clausole non verranno neutralizzate. Ci sono plastic tax e sugar tax, anche se ridimensionate: dalla prima ci si attendono entrate per 140 milioni, dalla seconda per 58. Molto meno di quanto previsto inizialmente. Così come viene quasi azzerata la stretta sulle auto aziendali: previste entrate per un solo milione di euro.

La sanità è uno dei settori che escono maggiormente rinvigoriti dalla manovra: per gli interventi di edilizia e di ammodernamento sono previsti due miliardi. Inoltre, da settembre 2020 sarà abolito il superticket con lo stanziamento di 185 milioni per il 2020 e di 554 dal 2021. Altro punto cardine della legge di Bilancio è il taglio del cuneo fiscale, ovvero una riduzione delle tasse versate dai lavoratori dipendenti. La dotazione è di 3 miliardi per il 2020 e di cinque miliardi dal 2021. C’è anche il green new deal, con un Fondo dotato di 4,2 miliardi per il periodo che va dal 2020 al 2023.

Confermati gli incentivi per i pagamenti elettronici: chi utilizzerà carte e bancomat per effettuare le proprie spese, potrà usufruire di un meccanismo di cashback grazie al quale si vedrà restituire, probabilmente all’inizio dell’anno successivo (da qui si parla di superbonus befana) una parte di quanto speso. La manovra stanzia in questa direzione tre miliardi per il 2021 e il 2022. Infine, viene previsto anche un miliardo di euro per le famiglie, in particolare con il riordino delle politiche di sostegno ai nuclei familiari.

Cosa non c’è e cosa viene tagliato

Tra le ultime novità della manovra c’è uno stop al bonus merito per i docenti previsto dalla Buona scuola, la riforma introdotta da Matteo Renzi. Quei 200 milioni finora previsti, però, non andranno persi ma verranno utilizzati dalla contrattazione integrativa in favore del personale scolastico, senza ulteriori vincoli di destinazione. Tagli, invece, sono previsti con la spending review: si stima un risparmio da 977 milioni per il 2020 derivante dalle minori spese dei ministeri e della presidenza del Consiglio.

Non ci sono, come detto, i soldi per sterilizzare le clausole di salvaguardia sull’Iva e sulle accise nel 2021. Rimangono, infatti, 20,124 miliardi di clausole da disinnescare per il 2021 e addirittura 27 miliardi nel 2022. Cifre che sono aumentate nelle ultime settimane, con la ricerca di nuove coperture. Inizialmente, infatti, la manovra riduceva le clausole di 10 miliardi nel 2021 (partendo, però, da una cifra di 28,7 miliardi) e di tre miliardi nel 2022.

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