Manovra, spunta il bonus vacanza: 240 euro a luglio, chi li potrebbe ricevere
La legge di Bilancio si avvicina. Eppure per il governo i dettagli da limare sono ancora tanti, soprattutto su alcuni punti cruciali. Le uniche certezze riguardano la sterilizzazione delle clausole Iva, per cui serviranno 23 miliardi di euro, e le risorse da ricavare attraverso la lotta all’evasione fiscale: sette miliardi stima il governo, cifra per nulla facile da raggiungere e su cui rimangono ancora molti dubbi in attesa che vengano definite le misure in campo sul tema. Manca ancora l’accordo su alcuni dei punti principali della manovra: il lavoro, la famiglia e le pensioni. Con i sindacati che pressano l’esecutivo, ma che per ora sembrano ottenere poche risposte. Ma intanto si fanno strada nuove ipotesi, come quella del bonus vacanza, una sorta di sostituzione del taglio del cuneo fiscale, anticipato da Repubblica.
Lavoro, il taglio del cuneo fiscale e il bonus vacanza
Il governo ha previsto, stando alla Nota di aggiornamento al Def, 2,6 miliardi di euro per il taglio del cuneo fiscale. I sindacati la considerano una cifra troppo bassa e attendono di essere riconvocati dall’esecutivo a breve. Ma chiedono anche risposte sui contratti nazionali da rinnovare nel 2020, che riguardano 12 milioni di lavoratori. Il governo, però, sembra puntare ad altro, a partire dal cosiddetto bonus vacanza. Si tratterebbe di una misura aggiuntiva per chi già riceve il bonus degli 80 euro, ovvero circa 10 milioni di lavoratori dipendenti che hanno un reddito tra gli 8 e i 26mila euro lordi annui. Riceverebbero questo nuovo bonus una tantum, a luglio: si tratterebbe di 240 euro a testa nel 2020 (ovvero 20 euro al mese) e di 500 nel 2021 (40 al mese). Arriverebbe, quindi, a luglio, come una sorta di quattordicesima. Rimarrebbero, però, fuori i lavoratori autonomi e gli incipienti.
Famiglia, lontano l’assegno unico
L’assegno unico per le famiglie con figli a carico sembra essere definitivamente rinviato, stando alle parole del viceministro dell’Economia, Antonio Misiani. Il riordino dei vari bonus non ci sarà nel 2020. Però il Pd punta a ottenere qualcosa subito, magari approvando entro la fine dell’anno la legge delega firmata da Lepri, istituendo un apposito fondo in manovra. La discussione potrebbe essere affrontata dal governo, ma anche direttamente dal Parlamento. E anche Di Maio vuole accelerare sull’assegno unico e su altre misure. Altra ipotesi, per il momento difficilmente realizzabile, è quella della carta bimbi: si tratterebbe di 400 euro al mese per le famiglie con figli fino a tre anni per pagare gli asili nido, la baby sitter e altri servizi. L’idea sarebbe quella di escludere solamente chi ha un reddito davvero alto, forse sopra i 100mila euro. Ma servirebbero i due miliardi attualmente sparsi in vari bonus e il riordino, per ora, sembra complicato.
Manovra, sulle pensioni tutto in alto mare
Per quanto riguarda il capitolo pensioni, la partita sembra ancora in alto mare. I sindacati chiedono la rivalutazione dell’inflazione per gli assegni sopra i 1.539 euro, però non ci sono risorse. I tagli voluti da Lega e Movimento 5 Stelle dovrebbero quindi rimanere: valgono 3,6 miliardi e sono previsti per tre anni. Il governo, invece, avrebbe 600 milioni di euro da ricavare allungando le finestre della quota 100, ovvero allargando i tempi tra il momento della domanda per la pensione anticipata e l’effettiva erogazione. Pur usando quelle risorse si tratterebbe di pochi euro per ogni pensionato. L’altra idea proposta dai sindacati è quella di allargare la platea della quattordicesima. Il rischio, però, è che l’allargamento delle finestre della quota 100 porti meno del previsto e ogni altra ipotesi sia quindi difficilmente percorribile.