Manovra, quando entreranno in vigore le misure approvate dal governo
Le misure approvate dal governo nella manovra non produrranno i loro effetti se non dal 2020, e per la maggior parte dalla seconda metà dell'anno in poi. Dopo una settimana di tensioni interne alla maggioranza di governo, si è trovata un'intesa sulla legge di Bilancio e sul Decreto fiscale: anche se alcune divergenze rimangono aperte, le nuove misure dovrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo anno. Sono stati rinviati da gennaio a luglio 2020, tuttavia, non solo il provvedimento che ferma il tetto sul contante a 2mila euro, ma anche le sanzioni per i commercianti che non utilizzano il Pos. Sempre dalla seconda metà dell'anno si inizieranno a conteggiare i pagamenti elettronici che faranno accedere al bonus Befana attraverso il meccanismo del cashback, che però produrranno i loro effetti solo a partire dal 2021. Da luglio scatterà anche il taglio del cuneo fiscale.
Pos e tetto al contante
L'obbligo per i commercianti di avere il Pos, il dispositivo elettronico che consente di effettuare pagamenti tramite carte di credito, di debito o prepagate, è in vigore ormai da anni, ma non essendo mai stato accompagnato da sanzioni in caso di non adempimento è sempre rimasto a livello teorico. Dal prossimo luglio, per coloro che non avranno il Pos a disposizione nella propria attività commerciale, scatterà una multa che prevede una quota fissa pari a 30 euro, a cui aggiungere il 4% della cifra che il cliente ha versato in contanti. La misura è slittata in quanto entro quella data il governo, dietro spinta del Movimento Cinque Stelle, prevede di azzerare i costi di commissione sui pagamenti.
Sempre da luglio 2020, invece che da gennaio dello stesso anno, dovrebbe entrare in vigore l'abbassamento da 3mila a 2mila euro del tetto per i pagamenti in contante. Poi, a partire dal 2022, il limite scenderà ancora fino ad arrivare a mille euro. In realtà, nel 2015 il limite per i pagamenti cash era già fissato a mille euro, ma fu alzato a 3mila dal governo di Matteo Renzi. Entrambi questi due provvedimenti servono a contrastare l'evasione fiscale.
Bonus Befana
Anche il bonus Befana, fortemente voluto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, slitta a gennaio 2021. Tuttavia i conteggi dei pagamenti che daranno accesso al bonus partiranno da luglio del prossimo anno. Il meccanismo cashback scatterà quindi dal 2021 e andrà a recuperare una quota compresa fra il 2% e il 4% delle spese effettuare con carte e bancomat a partire da luglio 2020. Da palazzo Chigi spiegano che le risorse a disposizione per il bonus sono di circa 3 miliardi: questi andranno a finanziare un ritorno delle spese da parrucchiere, estetista, meccanico, elettrauto, elettricista, idraulico e al ristorante. L’obiettivo sarebbe quello di formulare una lista ancora più ampia che includa anche medici e dentisti.
Taglio al cuneo fiscale
Da luglio 2o2o invece che da gennaio partrà anche il taglio del cuneo fiscale, cioè la tassazione sul lavoro. Questo rinvio era già previsto: infatti le risorse a disposizione per la misura scarseggiano, circa 3 miliardi per il 2020, per cui il provvedimento avrebbe avuto un risultato irrilevante sulla base di 12 mesi. In questo modo, invece, i lavoratori coinvolti (cioè i dipendenti con un reddito fra gli 8mila e i 35mila euro lordi annuali) dovrebbero trovarsi in busta paga circa 40 euro in più al mese. Non si esclude, tuttavia, che la misura subisca delle modifiche in Parlamento.
Decreto clima
Con il Green New Deal il governo ha introdotto una tassa sulla plastica, che dovrebbe essere effettiva dal prossimo 1 giugno, che peserebbe 1 euro su ogni chilo di plastica prodotta. Grazie a questa imposta, l'esecutivo prevede entrate per 1,8 miliardi di euro nel 2020 e fino a 2 miliardi per l'anno seguente.
Da gennaio partiranno solo le conferme, cioè l'estensione dei bonus ficali nell'edilizia e lo stop all'aumento dell'Iva, una misura da 23 miliardi di euro.