Manovra, il Consiglio dei ministri dà il via libera: tutte le misure della legge di Bilancio
Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo della legge di Bilancio. Circa un mese fa era arrivato il primo via libera salvo intese. La manovra dovrebbe essere trasmessa tra oggi e domani alle Camere, come annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Nel frattempo sarà necessario anche un nuovo scostamento di bilancio, su cui sta ragionando in queste ore il governo, che dovrebbe arrivare tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima: al momento l’ipotesi è che servano circa 20 miliardi di euro, soprattutto per i nuovi aiuti alle imprese che riducono l’attività a causa del Covid. La manovra, invece, conferma i suoi pilastri: tre miliardi per l’assegno unico, 5 per il rifinanziamento della cassa integrazione Covid e 4 che vanno nel fondo per i ristori.
Vengono aggiunte altre 12 settimane di Cig Covid gratuite per le imprese, con il divieto di licenziamento che viene esteso fino al 31 marzo. Proroga alla stessa data anche per la possibilità di rinnovare i contratti a tempo determinato senza causali, in deroga a quanto previsto dal decreto Dignità. Novità anche per il cashback, con i rimborsi che saranno esentasse. Aumenta il fondo per l’edilizia sanitaria: aggiunti due miliardi, per un totale di 32. Ancora, la legge di Bilancio stanzia 400 milioni per l’istituzione di un nuovo fondo, presso il ministero della Salute, per l’acquisto di vaccini anti-Covid e di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Coronavirus.
Legge di Bilancio, tutte le misure
È la ministra per il Lavoro, Nunzia Catalfo, ad elencare le altre principali misure comprese nella manovra, ricordando che vengono stanziati in totale 38 miliardi “per aiutare il tessuto sociale e produttivo ad affrontare e superare l'emergenza. È una manovra importante e ambiziosa, che interviene sul presente e sul futuro del Paese e che rafforza la rete di protezione per imprese, famiglie e lavoratori”. Ecco la lista degli interventi riportata da Catalfo in un post su Facebook:
– Sgravi al 100% per le aziende che assumono lavoratori under 35
– Sgravi al 100% per le imprese che assumono donne disoccupate al Sud e per quelle che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi nel resto d’Italia
– Proroga della decontribuzione al 30% per le aziende del Mezzogiorno
– Rinnovo di Ape sociale e Opzione donna
– Ampliamento della platea del contratto di espansione attraverso l’estensione dei criteri di accesso per le imprese (da 1.000 a 500 dipendenti)
– Rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale entrato in vigore lo scorso luglio che prevede l’aumento fino a 100 euro mensili in busta paga per i dipendenti con reddito annuo entro i 40 mila euro
– Fondo da 500 milioni per le politiche attive
– Finanziamento del fondo di indennizzo per cessazione delle attività commerciali
– Proroga del bonus natalità per il 2021 e, da luglio, assegno unico per i figli fino a 21 anni di età
– Fondo caregiver da 25 milioni
– Riconoscimento della piena anzianità contributiva dei part-time verticali ciclici ai fini della pensione
– Rifinanziamento a regime del fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattie oncologiche
– 100 milioni nel biennio 2021/22 per l'apprendistato duale.
Le altre novità della manovra
Rispetto alle bozze precedenti entrano nella manovra anche nuove misure, a partire dalle autorizzazioni di spesa per i ministeri e dalla stabilizzazione dei contratti a tempo determinato negli uffici per la ricostruzione post-sisma. Non ci sarà, invece, la stretta sulle rivalutazione delle pensioni: l’attuale meccanismo finirà nel 2021 e dal 2022 scatterà un nuovo sistema con tre fasce: rivalutazione al 100% fino a 4 volte il minimo, 90% tra 4 e 5 volte il minimo e 75% sopra questa soglia. Quindi non ci sarà la perequazione automatica degli assegni introdotta dall’ultima manovra, che ci si aspettava venisse prorogata di un anno.
Altra proroga, fino al 2022, è quella per il credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo al Sud: riguarda Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Lo sgravio è 25% per le grandi imprese con almeno 250 dipendenti e fatturato da almeno 50 milioni di euro; del 35% per le medie imprese con 50 persone e un fatturato da almeno 10 milioni; del 45% per le piccole aziende con meno di 50 dipendenti e meno di 10 milioni di fatturato.