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Manovra, bonus fiscale del 30% per i commercianti: sconti sui pagamenti con carte e bancomat

Il governo sta pensando di introdurre un credito d’imposta al 30% per i commercianti per ogni transazione effettuata con il Pos: un sistema per aiutare i negozianti (con ricavi inferiori ai 400mila euro annui) che vedranno un aumento dei pagamenti elettronici e che costerà allo Stato 27 milioni nel 2020 e 54 a partire dal 2021.
A cura di Stefano Rizzuti
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La lotta al contante e gli incentivi per stimolare i pagamenti elettronici devono andare di pari passo, secondo la volontà del governo, con misure che aiutino anche i commercianti. Il primo passo potrebbe essere inserito nel decreto fiscale e, come riporta Il Corriere della Sera, si tratta di un’operazione per tagliare i costi a carico dei negozianti sui pagamenti con carte e bancomat. L’idea è quella di un credito d’imposta al 30% delle commissioni addebitate ai commercianti per le transazioni effettuate con il Pos. Quando, dal primo luglio 2020, partiranno le misure per incentivare i pagamenti elettronici, quindi, lo Stato aiuterà i commercianti ad affrontare i costi delle spese effettuate con carte e bancomat. Si tratta di un’agevolazione che non riguarderà tutti i negozi, ma solamente quelli con ricavi inferiori ai 400mila euro l’anno.

Il costo per lo Stato sarà di 27 milioni di euro per il primo anno, che raddoppieranno quando la misura, nel 2021, andrà a regime. L’operazione del governo viene accolta positivamente da Confesercenti che parla di “segnale tangibile di attenzione alle imprese da parte del governo”. Qualche dubbio in più da Confcommercio, secondo cui la misura è utile ma i fondi sono “insufficienti per una risposta sistemica a fronte di un monte commissioni stimabile all’ordine di 1,5 miliardi annui”. A questa operazione, comunque, si dovrebbe anche accompagnare la revisione dei costi sulle commissioni, nonostante la strada su questo tema sia ancora in salita.

Il credito d’imposta al 30% per i negozianti viene confermato anche dal Sole 24 Ore, che ricorda come già oggi esista qualcosa di simile per i benzinai (ma con un credito d’imposta al 50%). L’obiettivo è quello di coprire parte dei costi delle commissioni per ogni pagamento elettronico per gli esercenti piccoli e medi. Una misura che dovrebbe interessare 2,1 milioni di soggetti Iva, per un giro d’affari da 108 miliardi di euro. A regime il costo per lo Stato sarà di 53,9 milioni, però in realtà la cifra precisa è difficile da valutare. Quella stimata parte da un calcolo effettuato sulla base dei pagamenti con carta presso i benzinai: in quel caso siamo al 34,6% dei ricavi del settore, con costi di commissione calcolati allo 0,3%. Difficile, però, traslare questi dati su tutto il mercato e, soprattutto, effettuare il calcolo senza valutare l’impatto che le misure messe in campo dal governo per incentivare i pagamenti elettronici può avere.

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