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Manovra 2025

Manovra 2025, cosa vuole fare il governo Meloni con Assegno unico e detrazioni

Per la Manovra 2025 le priorità saranno famiglie e ceti medi. “Ci sono diverse strade: o potenziare l’assegno unico o introdurre detrazioni specifiche per i figli”, ha spiegato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
A cura di Giulia Casula
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Per la Manovra 2025 le priorità saranno famiglie e ceti medi. A ribadirlo è stato il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, che ha anticipato le strategie dell'esecutivo per la sessione di Bilancio.

Negli scorsi giorni, era circolata l'indiscrezione secondo cui il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, starebbe studiando un modo per ridurre le tasse alle famiglie che hanno figli. "L'obiettivo è venire incontro alla famiglia. Questo è un tema prioritario", ha ribadito anche Leo.

Ancora non è chiaro come il governo voglia agire ma l'intervento, che dovrebbe costare tra i 5 e i 6 miliardi di euro, si concentrerà sulle detrazioni. L'intenzione dichiarata dal viceministro è quella di "favorire le detrazioni per la famiglia la natalità".

Come spiegato da Leo, le strade percorribili sono diverse. Una prima potrebbe essere ridurre le detrazioni per i nuclei più numerosi, abbassando così le tasse, a discapito di chi invece, non ha figli e risulterebbe svantaggiato dalla misura. Per sostenere le famiglie, il governo sta valutando di "introdurre detrazioni specifiche per i figli, perché adesso la detrazione c'è dopo i 21 anni", ha spiegato il viceministro.

Ad ogni modo si tratta di una misura particolarmente onerosa e difficile da realizzare con le risorse a disposizione. Attualmente gran parte dei 2o miliardi da destinare alla manovra verranno utilizzati per rifinanziare gli interventi più importanti varati lo scorso anno, cioè taglio del cuneo fiscale e riduzione delle aliquote Irpef.

Per quanto riguarda la rimodulazione dell'Irpef, il piano, come si è detto, consisterebbe nell'abbassare la seconda aliquota, quella sui redditi fino a 50mila euro, dal 35% al 33%. Per questo primo intervento, secondo i calcoli del Mef, servirebbero 2,5 miliardi che salgono a 4 miliardi se si decide di estendere il secondo scaglione ai redditi fino a 60mila euro.

Per questo l'attenzione del Ministero si sta concentrando sul gettito proveniente dal concordato preventivo. Il taglio dell'Irpe, è "un tema che mi sta sempre molto a cuore, ma ovviamente va condiviso con la maggioranza e con le coperture, è il ceto medio. Se il concordato ci dà delle risorse vediamo di metterle al servizio del ceto medio", ha ribadito Leo.

Le ipotesi sull'Assegno Unico

Un'altra strada possibile per incentivare la natalità potrebbe essere "potenziare l'assegno unico", ha dichiarato Leo. Tra le ipotesi ci sarebbe quella di non far rientrare l'Auu nel calcolo delle Isee, almeno per le famiglie con molti figli che altrimenti si vedrebbero negato l'accesso ad altri bonus.

Anche in questo caso però, i tecnici del Mef dovranno ragionare sulle cifre. Nei primi sei mesi dell'anno sono stati erogati quasi 10 miliardi di euro e entro la fine del 2024 la spesa potrebbe raggiungere la soglia dei 19 miliardi. Alla luce dei criteri imposti dal nuovo Patto di stabilità poi, pare chiaro che la linea da assumere sarà improntata a prudenza e moderazione.

"Se ci sono interventi migliorativi sicuramente li valuteremo. Il nostro obiettivo è portare a casa questo grande risultato. Se ci sono interventi modificativi presteremo attenzione" , ha concluso il viceministro.

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