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Luxottica, il patron Del Vecchio paga al Fisco 146 milioni: contenzioso chiuso

L’accordo siglato con l’Erario sulla questione dei dividendi maturati in Lussemburgo gli varrà la certezza dell’archiviazione del caso in sede penale. Il titolo però continua a scendere.
A cura di B. C.
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Leonardo Del Vecchio ha deciso di far pace con l'Agenzia delle Entrate invece di dare inizio a un lungo contenzioso tributario penale.  La Procura di Milano aveva iscritto il suo nome nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di “dichiarazione infedele” in riferimento ai dividendi maturati in Lussembugo nel 2006. Ma il fondatore di Luxottica ha preferito non nascondersi dietro i suoi avvocati, e ha scelto di firmare con l’Agenzia delle Entrate la maxi transazione, che gli varrà anche la certezza dell’archiviazione in sede penale, dove peraltro l’annualità in contestazione (2006) è di fatto già prescritta.

Le ultime notizie hanno portato a vari ribassi azionari di Luxottica. Da due giorni il titolo è in caduta libera. Dopo il -9,23% di ieri, anche questa mattina i titoli del gruppo di occhialeria perdono il 3,59% a 35,95 euro, con un minimo toccato a 35,85 euro, quando il Ftse Mib sale dello 0,52%. Sul titolo continuano a gravare i dubbi sulle strategie di lungo termine e sulle questioni di governance, mentre garanzie nel breve termine arrivano dai buoni fondamentali del business.

Le fasi del caso Luxottica sono ricordate dal Corriere della Sera:

La contestazione muoveva dal 2006, quando la holding Delfin (che controlla Luxottica) viene trasferita in Lussemburgo ed emette azioni privilegiate con diritto prioritario a distribuzioni di utili. I dividendi maturano, il socio Del Vecchio è destinato a incassarli, ma da allora restano in «pancia» alla società lussemburghese.

Il punto è che l’Agenzia delle Entrate, nella contestazione riversata poi anche nel penale al pm milanese Gaetano Ruta, considera «viventi» già nel 2006 questi rendimenti come distribuzione presuntiva di dividendi, e perciò anticipa a quel momento l’obbligo di tassazione in Italia.

La difesa ribatte che la società non ha mai effettuato alcun pagamento a favore del socio Del Vecchio, e che dunque ciò che l’Agenzia e la Procura volevano anticipare era una tassazione che comunque avrebbe poi avuto luogo al momento dell’effettivo stacco del dividendo, sicché l’Erario non avrebbe sinora avuto titolo per ritenersi vittima di alcuna reale sottrazione di imponibile.

Alla fine Del Vecchio ha optato per una soluzione che chiudesse l’intero contenzioso: non soltanto ha versato 146 milioni al Fisco, ma nel quadro dell’accordo con l’Agenzia delle Entrate ha anche accettato che pure i futuri rendimenti delle azioni privilegiate e le distribuzioni della riserva nel bilancio di Delfin, in quanto provenienti da utili maturati in Italia prima del trasferimento in Lussemburgo della Delfin, vengano in futuro tassati in Italia al momento della loro distribuzione.

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