Lunedì nero per le borse, l’Asia trascina giù l’Europa: sprofonda Milano: -5,96%

Ore 17.50 – Borse europee, peggior seduta dal 2008. Milano chiude a -5,96%. Dopo essere arrivata a perdere oltre sette punti percentuali e metà del listino, Piazza Affari viene sospesa, poi il Ftse Mib chiude -5,96% a 20.450 punti, sulla scia del crollo dei mercati asiatici e il calo del prezzo del petrolio. Per le Borse europee questo lunedì nero sta per ora registrando il peggior calo dal fallimento di Lehman Brothers del 2008: Londra chiude a -4,67%, Francoforte a -4,7% e Parigi a -5,35%. Chiusura molto pesante per la Borsa di Atene: a fine contrattazioni l'indice principale segna un -10,5%. La sindrome cinese contagia anche Wall Street, che apre in picchiata. La Borsa di New York apre infatti con il Dow Jones che perde il 2,94% a 16.976 punti, il Nasdaq l'8,42% a 4.313 punti e lo S&P 500 giù del 3,1% a 1.910 punti. Successivamente Wall Street cala ancora oltre il 6%.
Ore 16.40 – Sprofonda Milano: -7% – Il lunedì nero della la crisi cinese, con Shanghai che chiude a -8,49%, continua a far andare a picco i listini europei.Dopo l'avvio negativo di Wall Street, la Borsa di Milano scivola ulteriormente, con il Ftse Mib che perde il 7%. Sospesa la metà dei titoli. Tra quelli rimasti agli scambi Mediolanum cede il 5,96%, Telecom il 5,43%. A Londra l'indice Ftse ha perso il 2,51% scendendo a 6.032 punti, mentre Francoforte cala sotto la soglia psicologica dei 10.000 punti con l'indice Dax sprofondato a -3,43% e poi al 2,18%. Tra gli altri mercati europei, Madrid cede il 6,2%, Amsterdam perde l'8,15%, Parigi il 7,85%, Atene a -4,28%.
UPDATE – Europa in calo. La paura sui mercati asiatici si trasmette anche a quelli europei. Milano sfiora il -4% in apertura, poi recupera fino al -2,3%. A Piazza Affari soffrono i titoli bancari, ma anche le società orientate all'export verso Est, come quelle del lusso. Forti ribassi anche sugli altri listini: Londra e Parigi perdono il 2,6%, Francoforte il 2,9%.
Lunedì nero per tutte le borse asiatiche. Apre per prima Tokyo e il segnale è negativo. L'indice Nikkei già dopo il primo quarto d'ora di scambi perde il 2,43 per cento e peggiora con il passare dei minuti. Shanghai sprofonda: meno tre per cento all'inizio delle contrattazioni, ma l'indice di Shenzhen arriva a lasciare sul terreno l'8 per cento. Taipei registra una perdita del 7,46%. Male anche Hong Kong, a meno 3,83. Nella Corea del Sud l'indice Kospi risulta in rosso del 3%. Come si temeva, a pesare sui mercati è la preoccupazione per la crisi dell'economia di Pechino. La seduta di oggi era attesa per valutare la gravità del crollo cominciato con la svalutazione dello yuan. L'economia cinese ha segnato nel 2014 la crescita più bassa dagli anni Novanta e ha ulteriormente rallentato l'espansione al 7% in ciascuno dei primi due trimestri del 2015. La svalutazione dello yuan è stata letta come la volontà di sostenere l'export mentre il panico è stato alimentato dal crollo dell'indice sul manifatturiero cinese ad agosto.
A condizionare negativamente i mercati c'è poi anche la preoccupazione per la Grecia con le elezioni indette dal premier Alexis Tsipras. Quest’ultimo fattore pesa soprattutto sull'Europa con un rialzo degli spread per i Paesi economicamente più fragili del vecchio continente. Soffre intanto anche il petrolio con il barile Usa scivolato sotto la soglia dei 40 dollari al barile. Oltre alla crisi cinese, sul petrolio incide anche la preoccupazione per l'aumento della produzione iraniana. L'euro passa di mano a 1,1377 dollari e a 138,54 yen in concomitanza con l'avvio degli scambi alla Borsa di Tokyo, registrando così una leggera flessione sui valori segnati venerdì a New York. Il biglietto verde, con i timori sull'outlook dell'economia mondiale, si attesta a quota 121,77 intorno ai minimi delle ultime cinque settimane.