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Opinioni

Lo stile italiano vince anche a Londra, specie in cucina

L’ex protetta di Gordon Ramsay, Angela Hartnett, ha appena inaugurato un nuovo ristorante a Londra che si richiama al gusto e allo stile italiano. Il “made in Italy” continua dunque a piacere, a dispetto dei problemi che affliggono il “bel paese”…
A cura di Luca Spoldi
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Estate, tempo di vacanze e per molti italiani tempo di qualche soggiorno all’estero. Uscendo oltre i patrii confini è innegabile che si avverta allo stesso tempo il distacco che sembra ancora contraddistinguere l’economia e la stessa cultura (economica e non solo) italiana rispetto al resto d’Europa e del mondo e il fascino che il “made in Italy” continua a esercitare nei confronti proprio del resto del mondo. Un’opportunità o un rischio, a seconda dei casi, che porta molti imprenditori esteri a “innamorarsi” a tal punto di marchi e stile italiani da volerli possedere (non si contano più le acquisizioni di aziende e brand italiani da parte di concorrenti esteri, mentre il caso opposto resta più un’eccezione che una regola) o quanto meno imitare.

Neppure Angela Hartnett, chef pluripremiata ed ex protégés del celeberrimo Gordon Ramsay, è rimasta insensibile al fascino italiano. Già divenuta chef di fama internazionale grazie al suo stile informale e alla sua cucina più che per le pose da star tipiche di molti colleghi, la Hartnett ha appena aperto a Londra un nuovo ristorante e l’ha chiamato, guarda caso, Cafe Murano Covent Garden. Si tratta del secondo locale che la Hartnett apre con l’insegna Cafe Murano, il primo essendo stato lanciato già nel 2013 sempre a Londra, a Saint James's Street dove è ben presto diventato una calamita per gourmet cui piace il cibo ben cucinato ma a prezzi che per la capitale inglese sono tutto meno che proibitivi.

Anche questo secondo locale “italiano” della Hartnett potrebbe facilmente bissare il successo ottenuto dal primo, dato che il capo chef che lo cura, Richard Lloyd, per molti non è secondo alla sua titolare, e i prezzi, almeno per ora, sono quasi a buon mercato: 16,50 sterline (23 euro) per un menù di due portate, 21 sterline (poco meno di 30 euro) se ne ordinate tre, con una media dunque di circa 10 euro a portata che non sarebbe giudicata esosa neppure in locali di pari levatura in Italia.

Tra le proposte del menù di questi primi giorni si notavano un antipasto di polipetti con pepe rosso e cetriolo, vitello tonnato, gnocchi al pomodoro fresco, risotto con piselli e formaggio Berkswell, agnolotti con faraona e pesche, farfalle con piselli e pezzetti di pollo, cernia arrosto servita con pomodoro e finocchio stufati , pollo alla cacciatora, coniglio con cipollotto estive e pecorino, frutta di stagione come ciliegie o fragole (condite con aceto balsamico) e naturalmente dessert come il tiramisu e una vasta selezione di cocktail, vini e superalcolici italiani, a partire dal Cannonau sardo per finire col Chora Bianco calabro.

Insomma, in un luogo, il Covent Garden, che i critici culinari inglesi descrivono come “per la maggior parte orribile per andarci a mangiare”, ricco di catene pensate per far mangiare turisti che non torneranno una seconda volta (anche se non mancano nuovi arrivati “di razza” come la replica londinese dell’americano Balthazar e Barrafina Adelaide Street, quest’ultimo di origine spagnola, appena nominato il ristorante inglese dell’anno) l’ex braccio destro di Ramsay al Aubergine, poi a capo del Petrus (ma per Ramsey la Hartnett ha anche aperto Amaryllis in Scozia, Verre a Dubai e il Menu e il Grill Room a Connaught), sembra poter fare centro proponendo una “trattoria italiana” rivisitata con stile (il locale è stato arredato dal designer Russell Sage, che ha già messo mano ad alcuni tra i più rinomati ristoranti londinesi come il Savoy Grill, il Grain Store, il Social Eating House e il Quaglino's) e dal menù accessibile e vario, proprio come ci si aspetterebbe da un ristorante italiano.

Un consiglio per tutti coloro che vorranno andare di persona a verificare se il “made in Italy” in cucina a Londra riesce a resistere al test di autentici commensali italiani: a Londra (e non solo) i ristoranti tendono ad aumentare i prezzi dopo 2-3 mesi dall’apertura, in caso di successo. Pertanto se vorrete levarvi lo sfizio e cercare, con una spesa ragionevole, di capire cosa incanti tanto i consumatori esteri dello “stile italiano”, fatelo entro agosto. Con settembre il conto potrebbe essere decisamente più salato.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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