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Lo Stato ha 1100 miliardi di tasse non riscosse: quanto pesano sui conti pubblici

Secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate lo Stato ha crediti non riscossi per 1.100 miliardi: per evitare di ingolfare l’Ente chiede un intervento al Parlamento e al governo.
A cura di Giacomo Andreoli
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Lo Stato ha 21 anni di tasse arretrate da chi, per vari motivi, non le ha pagate, per un credito complessivo di 1.100 miliardi di euro. A lanciare l'allarme è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione alla Camera davanti alla commissione sul federalismo fiscale. Per Ruffini quello dell'Agenzia è un "magazzino unico al mondo", cresciuto dopo l’assorbimento della riscossione della Sicilia, prima separata, ma soprattutto per la sospensione delle attività dell’invio di cartelle e di riscossione nel 2020 e nel 2021, causa Covid.

Per Ruffini, così, il rischio ingolfamento si fa concreto, con la possibilità non troppo remota di non riuscire a riscuotere tutti i crediti dovuti e compiere errori sulla pelle delle persone. Per questo il direttore ha invitato la politica a "fare delle scelte". Il primo problema è il numero inadeguato di persone che si occupano della Riscossione. "L'Ente è composto da 8.000 funzionari – ha spiegato Ruffini- ed è strutturato dalla legge per gestire un magazzino di tre anni: questo non può essere seriamente maggiore. La scelta del Parlamento di non rendicontare ha determinato un magazzino di 21 anni e 4 mesi, e questo causa di fatto una ingestibilità". In tutto l'Agenzia ha in pancia circa 130-140 milioni di cartelle e 240 milioni di crediti da riscuotere, con più o meno 16 milioni di cittadini iscritti a ruolo.

Ruffini è poi intervenuto sul tema della riforma del catasto, inserita nella delega fiscale, che divide la maggioranza di governo. Lega e Forza Italia, infatti, insistono nel dire che così si aumentano le tasse sulla casa, mentre PD e M5s, ma anche il duo Draghi-Franco, negano. "Un eventuale aggiornamento di una rendita, modificata, aggiornata e attribuita a un immobile – ha commentato il direttore dell'Agenzia- ha effetto immediato sul contribuente e sul territorio". Ruffini, però, ha aggiunto che "se si prevede che gli aggiornamenti siano congelati fino al 2026, per far valutare al Parlamento se far valere effettivamente queste modifiche, allora queste non avrebbero un effetto immediato sui contribuenti". Tradotto: la delega fiscale, così, non introduce variazioni fiscali, ma dal 2026 ci potrebbe essere una rimodulazione delle tasse allineandosi al valore reale e attuale degli immobili.

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