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Lo spread scende sotto i 400 punti: mai così basso da inizio dicembre

Si allentano le tensioni dei mercati sul nostro debito sovrano. Gli investitori, però, guardano con timore l’evolversi della situazione in Grecia. E borse vanno giù.
A cura di Alfonso Biondi
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Operatore di borsa

Lo spread tra i nostri Btp e i Bund è sceso sotto quota 400. Secondo quanto riportato dalla Reuters, il differenziale di rendimento tra i nostri buoni del tesoro e quelli tedeschi sarebbe al momento di 399 punti. Ai minimi dallo scorso dicembre. Ad allentare le tensioni degli investitori nei confronti del nostro debito sovrano hanno contribuito non solo le riforme avviate dal governo Monti con il decreto sulle liberalizzazioni dello scorso venerdì, ma anche l'ottimo esito dell'asta spagnola su titoli di Stato a 3 e a 6 mesi.

In mattinata il Paese iberico è riuscito a piazzare titoli per  2.507 miliardi (a fronte di una domanda superiore ai 13 miliardi), facendo segnare tassi d'interesse in forte calo: il tasso medio dei bonos a 3 mesi è stato dell'1,285% (1,735% lo scorso 20 dicembre); quello dei titoli a 6 mesi dell'1,847% (2,435% il tasso dell'emissione precedente). Verso il basso anche lo spread Francia-Germania, ora a 117,4 punti.

Segnali meno positivi, però, arrivano dalle borse. A metà mattinata le principali piazze del Vecchio Continente fanno segnare tutte il segno meno: Francoforte perde l'1%, Londra lo 0,7%, Parigi lo 0,7%. Stesso trend anche per Piazza Affari, che arretra dello 0,5%. Gli investitori si mostrano molto timorosi per la delicata situazione greca e per il difficile accordo tra Atene e i suoi creditori circa il tasso di interesse dei nuovi bond che andranno a sostituire i vecchi. Si attendono quindi delle indicazioni dall'Eurogruppo di oggi. Dagli ultimi rumours pare che il governo greco non sia disposto ad andare oltre il 3% e che gli investitori, invece, non vogliano trattare sotto il 4%. Possibile che quest'incertezza possa avere ripercussioni negative anche sugli spread dei vari Paesi dell'Eurozona.

L'euro, infine, resta stabile nei confronti del dollaro: la moneta unica passa di mano a 1,30 dollari. E, all'indomani dell'embargo petrolifero dell'Ue nei confronti dell'Iran, sale verso l'alto il costo del petrolio, ora a 99,9 dollari al barile.

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