L’Italia messa in ginocchio dal Coronavirus: persi 500mila posti di lavoro in tre mesi
In Italia in soli tre mesi sono stati persi 500mila posti di lavoro. È questo il bilancio dell’emergenza Coronavirus in Italia dal punto di vista dell’occupazione. A fare i calcoli è l’ultimo rapporto Ocse Employment Outlook 2020: Facing the jobs crisis, presentato nel corso di un webinar promosso sui canali dell’Università Cattolica e del Centro di ricerca sul lavoro Carlo Dell’Aringa. Secondo lo studio sono bastati pochi mesi per spazzare via i progressi fatti negli ultimi dieci anni: nei 37 Paesi Ocse il tasso di disoccupazione è salito dal 5,3% di gennaio all’8,4% di maggio. E l’Italia è sicuramente tra i Paesi più colpiti. “La sospensione forzata di gran parte dell'attività economica, associata alle misure di lockdown adottate in molti Paesi, e la disarticolazione delle catene globali del valore hanno determinato una crisi economica senza precedenti”, ha detto il direttore del Dipartimento Luca Colombo aprendo il dibattito.
Gli interventi per sostenere l'economia
Secondo i calcoli riportati durante l’evento, l’intervento a sostegno dell’economia in Europa è corrisposto a oltre il 3,5% del Pil dell’area, “oltre naturalmente all'azione degli stabilizzatori automatici pari a un ammontare intorno al 5% del Pil”. Nonostante questo, nell’area Ocse la caduta del Pil tra l’ultimo trimestre del 2019 e il secondo trimestre del 2020 è stata pari più o meno al 15%. Per quanto riguarda il numero di ore lavorate, per i Paesi Ocse per i quali esistono questi dati, si misura un calo nei primi tre mesi dell’emergenza dieci volte superiore rispetto ai primi tre mesi della crisi finanziaria del 2008-2009.
Il tasso di disoccupazione nei Paesi Ocse
Secondo il report “in media nei 37 paesi Ocse il tasso di disoccupazione dal 2008 a oggi, dopo una relativamente lenta diminuzione dal picco del 2010, da inizio 2020 in cui si era arrivati al 5,3% è schizzato all'8,5%, ad aprile, e poi all'8,4% a maggio. Quindi in pochi mesi sono stati spazzati via i progressi fatti in dieci anni”, secondo quanto viene spiegato. Si tratta, però, di una media che presenta importanti differenze. In Italia, Portogallo e Grecia il tasso di disoccupazione è sceso tra marzo e aprile. Il messaggio da inviare, quindi, riguarda sia la necessità di tenere sotto controllo l’epidemia per evitare altre ricadute sull’economia, sia l’allarme sul futuro, con una crisi che potrebbe proseguire per anni.