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Limite contanti spostato a duemila euro, ma il centrosinistra vuole riportarlo a mille

Con un emendamento al Dl Milleproroghe ok ai pagamenti fino a duemila euro, ma il centrosinistra vorrebbe modificarlo di nuovo e ha dalla sua parte il governo.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il tetto ai contanti dovrebbe presto passare da mille a duemila euro, aumentando la disponibilità di versare la parcelle o pagare l'affitto con più cash. O meglio, si tornerebbe a duemila euro, visto che il tetto era arrivato a mille solo lo scorso 1° gennaio, per volere del governo Conte II. Si tratta della settima modifica negli ultimi dieci anni.

L'ultimo dei continui passi avanti e indietro non è ancora una decisione definitiva, ma ieri è stato approvato un apposito emendamento al Dl Milleproroghe nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla Camera. A proporlo è stato Fratelli d'Italia ed è passato grazie al rinsaldato asse, almeno sui temi fiscali, con Forza Italia e Lega. Questo nonostante ci fosse il parere contrario del governo Draghi.

Per la precisione la modifica votata in commissione sposta l'entrata in vigore della soglia più bassa dal 1° gennaio del 2023. Adesso si attende il passaggio in Aula, con il centrosinistra che vorrebbe subito eliminare il "misfatto". In particolare gli esponenti del Movimento 5 stelle Vita Martinciglio e Giovanni Currò hanno presentato un nuovo emendamento soppressivo che, se approvato, non farebbe cambiare nulla: il tetto al contante rimarrebbe a mille euro.

«Come spiega benissimo uno studio di Bankitalia del 2021 – dicono i due – un intervento del genere costituisce un favore enorme all'economia sommersa. E, in un Paese con circa 100 miliardi annui di evasione, questo non ce lo possiamo permettere». Dello stesso parere il leader dei grillini Giuseppe Conte e il Partito democratico. In particolare per il senatore dem Franco Mirabelli, «il tetto a mille euro per l’uso dei contanti è una misura efficace contro la corruzione e l’evasione e aiuta a contrastare le mafie facilitando la tracciabilità».

Tetto al contante, le continue modifiche degli ultimi anni

Come si diceva è da dieci anni che si continua a cambiare idea sul tetto al contante. Il legame tra questo e la lotta all'evasione da una parte e al riciclaggio di denaro sporco dall'altra viene considerato evidente dal centrosinistra e contestato dal centrodestra. L'intento dell'abbassamento a mille euro era incentivare l'utilizzo di carte di credito, bonifici e bancomat, così da nascondere più difficilmente a Fisco e Polizia gli scambi non tassati di denaro.

Al momento se si supera il tetto del contante nei pagamenti si può essere puniti con una multa da mille a 50mila euro, mentre dal prossimo anno i negozianti che rifiutano i pagamenti digitali per ogni transazione rischiano una sanzione a partire da 30 euro, più una percentuale sul valore dell'acquisto. Il livello massimo a mille euro era stato fissato la prima volta nel 2011 dal governo Monti, poi tra le varie modifiche era stato portato nel 2016 dall'esecutivo Renzi a tremila. Infine era arrivato l'intervento del governo Conte II, con un passaggio intermedio a duemila euro nell'estate del 2020.

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