L’emendamento di LeU che esclude dagli aiuto di Stato le imprese con sede legale in paradisi fiscali
"Sono molto soddisfatto per l'approvazione dell'emendamento al decreto Liquidità sui benefici alle aziende. Il testo esclude dai benefici dell'articolo 1 le imprese con sede legale nella lista aggiornata Ue dalle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, ovvero i paradisi fiscali": così il deputato di Liberi e Uguali, Luca Pastorino, ha annunciato lo stop della garanzia statale sui prestiti richiesti da quelle società che hanno la loro sede legale nei Paesi che la Unione europea definisce non cooperativi ai fini fiscali. Quindi, ad esempio, Olanda, Malta e Irlanda. La misura è stata approvata con un emendamento al decreto Liquidità presentato da Pastorino insieme al collega di partito Nicola Fratoianni, in commissione Finanze e Attività produttive della Camera.
La norma prevede quindi che siano escluse dalle garanzie offerte da Sace, una società controllata dalla Cassa di depositi e prestiti, "le società che controllano direttamente o indirettamente una società residente in un Paese non cooperativo ai fini fiscali o controllata direttamente o indirettamente da una società residente". In altre parole, i paradisi fiscali.L'articolo 1 del decreto Liquidità, oggetto dell'emendamento presentato dagli esponenti di Liberi e Uguali, stabilisce che, per assicurare che le imprese abbiano a disposizione liquidità durante l'emergenza coronavirus, Sace conceda fino al 31 dicembre 2020 garanzie per coprire qualsiasi forma di finanziamento richiesta dalle imprese. Con l'approvazione dell'emendamento di Liberi e Uguali, però, verrebbero escluse tutte quelle imprese che, pur essendo italiane, abbiano spostato la sede legale in uno di quei Paesi che assicurano vantaggi dal punto di vista del Fisco.
"Ieri è stato approvato un emendamento a firma mia e del collega Pastorino che esclude dagli aiuti di stato le società con sedi nei paradisi fiscali. Un buon passo avanti. Ma non basta: avremmo voluto garantire aiuti solo alle aziende con le sedi legali e fiscali in Italia, così come chiedevamo la sospensione della distribuzione dei dividendi ai manager. Torneremo sull'argomento, ve lo assicuro, anche agendo sul piano europeo, perché è inaccettabile che paesi come l’Olanda abbiano regimi a tutto vantaggio delle grandi imprese, a discapito degli altri Paesi europei", ha aggiunto sul suo profilo Facebook Nicola Fratoianni.
L'emendamento vuole quindi estromettere dalle misure di supporto alla liquidità quella moltitudine di aziende con sede legale all'estero, che quindi non versano le tasse in Italia, ma che hanno comunque richiesto gli aiuti di Stato nel nostro Paese. La crisi economica innescata dal coronavirus, per cui moltissime imprese hanno dovuto ricorrere ai provvedimenti messi a disposizione del'esecutivo per aiutare le imprese ad arrivare alla fine del lockdown, ha messo in luce quante attività in realtà nascondano i loro guadagni al Fisco italiano. La possibilità di escludere dalle misure anti-Covid quelle imprese con sede legale all'estero era già stata introdotta dalla petizione del centro di studi economici fondato da Vincenzo Visco e Pier Luigi Bersani, che aveva sottolineato come gli aiuti statali erogati per sostenere le imprese in questo difficile momento non dovrebbero essere "riconosciuti, direttamente o indirettamente, a società con sede all’estero e nei paradisi fiscali, compresi quelli di fatto esistenti nell’Unione europea, come l’Olanda, il Lussemburgo, l’Irlanda, Malta, Cipro, Ungheria".