Le misure per i genitori con figli a casa: da bonus baby sitter a congedi e smart working
I dpcm approvati tra ottobre e novembre cambiano le regole per le scuole e comportano una chiusura per molti istituti. Una decisione che impatta direttamente anche sulla vita dei genitori lavoratori, che si trovano così nella situazione di dover rimanere a casa con i propri figli. Per loro, quindi, sono state introdotte alcune misure che aiutano le famiglie, sia nei casi di scuole chiuse per contenere il contagio da Covid-19, sia per i casi di figli in quarantena e quindi costretti a casa. L’ultimo dpcm, dividendo l’Italia in tre zone, ha previsto per le aree gialle e arancioni la didattica a distanza al 100% solo per le superiori, ma nella zona rossa la Dad viene applicata anche per la seconda e la terza media. Motivo per cui sono state messe in campo alcune misure come il bonus baby sitter, i congedi retribuiti al 50% e l’estensione dello smart working.
Il bonus baby sitter
Una delle misure messe in campo dal governo è il bonus baby sitter, introdotto già a marzo con il decreto Cura Italia. Poi il decreto Rilancio è intervenuto introducendo anche la possibilità di usufruire del bonus per pagare l’iscrizione dei figli ai centri estivi. Il decreto Agosto, invece, ha aggiunto l’opzione di pagare anche i nonni che badano ai nipoti attraverso il bonus. Infine, il decreto Ristori bis ha previsto un limite massimo di 1.000 euro totali per il bonus baby sitter nelle Regioni che sono zona rossa, quelle in cui è sospesa l’attività didattica in presenza anche per seconda e terza media.
Il bonus baby sitter può andare alternativamente a entrambi i genitori, ma solo nel caso in cui sia possibile ricorrere al lavoro agile e se nessun’altra persona del nucleo familiare usufruisce di altri strumenti di sostegno al reddito o, ancora, ha visto la sospensione della sua attività lavorativa o è disoccupato. Infine, il bonus non può essere utilizzato per le prestazioni rese dai familiari.
I congedi straordinari al 50%
Il decreto Ristori bis ha previsto un altro aiuto anche per i genitori i cui figli frequentano la prima o la seconda media nella zona rossa: in questi casi è stata introdotta la didattica a distanza e quindi i genitori che sono lavoratori dipendenti, nel caso in cui non possano ricorrere al lavoro agile, si possono astenere dal lavoro per tutta la durata della sospensione della didattica in presenza. La retribuzione viene sostituita da un’indennità pari al 50% della retribuzione. Il congedo vale anche per i genitori con figli che hanno gravi disabilità e che sono iscritti in scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale per cui è stata disposta la chiusura.
L’estensione dello smart working
Per andare incontro alle famiglie il governo ha anche esteso lo smart working. Prima con il decreto Agosto, che permette ai genitori di lavorare da remoto se il figlio under 14 è in quarantena in seguito a un contatto con un positivo avuto a scuola o durante l’attività sportiva. Poi è stata prevista, fino al 31 giugno, la stessa possibilità per chi ha figli con disabilità grave. Infine il decreto Ristori ha esteso lo smart working in caso di quarantena anche per i genitori con figli minori di 16 anni e non più solamente di 14.