Le ipotesi sul testamento di Berlusconi, dal lascito per Marta Fascina alle quote Fininvest per i figli
L'attesa è quasi finita. Le voci si rincorrono – "lo apriranno oggi, forse domani" – e l'alone di mistero costruito intorno al testamento di Silvio Berlusconi cresce e si trasforma. Nei giorni scorsi tutti i giornali hanno fatto i conti senza l'oste: Fininvest, il patrimonio immobiliare, le aziende e molto altro divisi tra i cinque figli. Ma il Cavaliere, con ogni probabilità, non era d'accordo con una spartizione classica del suo patrimonio da 6,9 miliardi di euro, e potrebbe aver deciso di utilizzare il terzo a sua disposizione per influenzare gli equilibri futuri dell'impero Fininvest.
Berlusconi deteneva il 61% delle quote della holding, perciò – al netto della parte che comunque dovrà andare ai figli in parti uguali – c'è un 20% su cui l'ex presidente del Consiglio potrebbe essere intervenuto. Inoltre c'è sempre l'incognita Marta Fascina: sembra impossibile che il Cavaliere non abbia pensato alla sua ultima compagna. Il notaio Arrigo Roveda – storico uomo di fiducia dell'ex presidente del Consiglio – che custodisce le ultime volontà di Berlusconi nel suo studio a Milano, non ha ovviamente intenzione di dire nulla.
Chi sono gli eredi di Silvio Berlusconi
Gli eredi di Silvio Berlusconi sono i cinque figli: Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Non sono eredi le ex mogli, per via del divorzio, e la compagna Marta Fascina, con cui si è "sposato" in maniera simbolica e non legale lo scorso anno. Tutto può cambiare, però, con l'apertura del testamento del Cavaliere. La legge, in questi casi, prevede che il defunto abbia la possibilità di decidere il destino di un terzo del proprio patrimonio. Gli altri due terzi, invece, vanno agli eredi diretti in maniera obbligatoria: i cinque figli, appunto.
La divisione delle quote Fininvest tra i cinque figli
Le quote Fininvest erano divise già da tempo tra Berlusconi e i cinque figli: il Cavaliere ne deteneva il 61% – la fetta più grossa, che oggi è da spartire -, Marina e Pier Silvio hanno il 7,65% a testa e Barbara, Eleonora e Luigi il 21,42% in tre. La riflessione che in molti stanno facendo in queste ore è molto semplice: dividendo il 61% in cinque parti uguali, a ogni figlio andrebbe il 12,2%.
Questo significherebbe che i tre figli avuti con Veronica Lario avrebbero in mano il 58% delle quote di Fininvest. Una maggioranza schiacciante che rischierebbe di tagliare fuori Marina e Pier Silvio, che di fatto si sono sempre occupati delle imprese di famiglia quando Berlusconi – anno dopo anno – si è fatto da parte. Marina è presidente di Fininvest e Mondadori, oltre che sedere nel Cda di Mediaset; Pier Silvio è amministratore delegato di Mfe.
Cosa ci sarà nel testamento di Berlusconi
L'attesa per il testamento di Silvio Berlusconi – al netto della curiosità sulla spartizione dei beni da centinaia di milioni di euro – è più o meno tutta qui, nascosta dietro una domanda: il Cavaliere ha deciso quale sarebbe stata la governance del suo impero imprenditoriale dopo la sua morte? Se sì, Berlusconi potrebbe essere intervenuto su quel famoso terzo di eredità a sua disposizione.
Parliamo, conti alla mano, del 20% di Fininvest, che l'ex presidente del Consiglio potrebbe aver deciso di destinare a un garante esterno, o magari proprio ai primi due figli, in modo da permettergli di mantenere il controllo e la guida delle aziende.
Il patrimonio immobiliare, le case e il lascito a Marta Fascina
C'è infine la questione del patrimonio immobiliare ed economico, su cui – anche in questo caso – potrebbe essere intervenuto Silvio Berlusconi. Sembra impossibile che il Cavaliere non abbia lasciato nulla alla sua ultima compagna, Marta Fascina, soprattutto dopo il matrimonio, pur simbolico, dello scorso anno.
In queste ore, sui giornali, si parla insistentemente di una quota tra gli 80 e i 120 milioni di euro per la deputata di Forza Italia. Oltre ai soldi, però, per Fascina ci dovrebbe essere anche una delle Ville della famiglia Berlusconi, e magari anche un futuro di primo piano nel partito.