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Le Banche centrali intervengono sui mercati e le Borse spiccano il volo

Sei Banche centrali, tra cui Federal Reserve e Bce, si sono accordate per introdurre maggiore liquidità nel sistema finanziario e far fronte alla stretta creditizia delle banche nei confronti di cittadini e imprese.
A cura di Antonio Palma
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Sei Banche centrali dei Paesi più industrializzati si sono accordate per un intervento che introduca maggiore liquidità nel sistema, per far fronte alla stretta creditizia delle banche nei confronti di cittadini e imprese.

Intervento decisivo oggi di tutte le maggiori banche centrali del mondo per contrastare i ribassi dei mercati finanziari e dare respiro al sistema con l’immissione di liquidità. Un intervento concordato che ha previsto il taglio di mezzo punto percentuale dei tassi sulle linee di credito swap in dollari e che ha dato un decisivo scossone alle Borse, che hanno iniziato guadagnare diversi punti nel corso della giornata.

A partecipare all’operazione sei Banche Centrali, la Federal Reserve americana, la Banca centrale canadese, la Banca di Inghilterra, la Banca del Giappone, la Banca Svizzera e la Bce. L’obiettivo finale è dare maggiore liquidità al sistema ed evitare la stretta del credito scaturita dal pericolo di default degli Stati e dalla crisi dei loro debiti pubblici. La maggiore liquidità messa a disposizione degli istituti di credito dovrebbe servire ad alleviare la stretta su prestiti e finanziamenti erogati dalle Banche a favore delle famiglie e soprattutto delle imprese, con l’evidente obiettivo di rilanciare consumi e crescita economica.

Ovviamente queste sono solo misure d’urgenza, che saranno valide soltanto dal 5 dicembre prossimo fino a febbraio 2013, di cui però il mercato sembrava averne estremamente bisogno vista la reazione delle Borse. Tutte le Borse europee, infatti, hanno chiuso in rialzo e molte sono quelle che hanno guadagnato oltre i tre punti percentuali, con Milano tra le migliori a +4,38%.

La giornata non era iniziata nel migliore dei modi dopo che Standard & Poor's aveva tagliato il rating di 37 banche internazionali, tra cui sette tra i principali istituti di credito americani e la nostra Bnl. Anche se attesi, i tagli al rating delle banche erano risultati come segnali sinistri sulla possibilità di recupero di alcuni istituti stretti nella morsa dei debiti sovrani. Ora, con l’intervento delle banche centrali, per gli istituti di credito a corto di liquidità sarà più facile chiedere finanziamenti in dollari, poiché il tasso di scambio della valuta tra le stese banche centrali è ridotto della metà, e dovrebbe ripercuotersi sui tassi che gli istituti applicano a cittadini e imprese.

Sicuramente misure limitate nel tempo e negli effetti e che qualcuno già ha definito disperate, ma certamente un primo segnale che vi è la volontà di mettere freno alla crisi con interventi mirati da parte delle banche centrali.

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