Lavoro, la disoccupazione torna a crescere: è al 9,9%, in aumento anche quella giovanile
Nel mese di settembre la disoccupazione è tornata a salire ed è passata dal 9,6% al 9,9%. Lo spiega l'Istat che, pur basandosi su dati ancora provvisori, mostra che gli occupati tra il mese di luglio e quello di settembre sono risultati in lieve ma costante calo portando a una perdita di 60 mila posti di lavoro. La disoccupazione è aumentata per entrambe le componenti di genere e anche tra i giovani (15-24 anni), dove è salita di 1,1 punti percentuali a settembre su agosto, portandosi al 28,7%. Il calo degli occupati arriva dopo un periodo di crescita dell'occupazione registrata nel primo semestre dell'anno e con un picco raggiunto a giugno. In Italia, aggiunge ancora l’Istat, aumentano anche le persone in cerca di lavoro: +3% su base mensile (da agosto a settembre), che corrisponde a circa 73mila persone in più alla ricerca di un’occupazione.
In calo gli occupati, ma aumentano i dipendenti a termine
L'Istituto di statistica segnala che il leggero calo degli occupati nel dettaglio riguarda i dipendenti a tempo indeterminato, che diminuiscono di 18 mila unità, ma soprattutto gli "autonomi" che calano di 44 mila unità. I dipendenti a termine invece, aumentano di circa 30 mila unità.
Il calo degli occupati viene spiegato soltanto in parte dall'aumento della disoccupazione. A diminuire infatti, nel mese di settembre, è anche il numero degli inattivi (-0,6%, pari a -77 mila unità), cioè coloro che non hanno un impiego, ma non lo cercano. L'incremento del numero dei disoccupati, ossia quelle persone che attivamente cercano un lavoro pur non trovandolo, è quindi in parte una conseguenza del calo degli inattivi.
I dati Istat sul Prodotto interno lordo
Nel terzo trimestre del 2019 il Prodotto interno lordo registra per il quarto trimestre consecutivo una dinamica congiunturale debolmente positiva (stabilmente pari allo 0,1%), che porta a un incremento dello 0,3% in termini tendenziali e ad una crescita acquisita per il 2019 pari allo 0,2%. "I dati più recenti – commenta l'Istat – confermano quindi la persistenza di un quadro di sostanziale stagnazione dell'economia italiana dall'inizio del 2018".
La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di lievi aumenti sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda invece, vi è un contributo positivo della componente nazionale e un apporto negativo della componente estera netta. Il terzo trimestre del 2019 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2018.