Lavoro, dopo lo stop ai licenziamenti a rischio un milione di occupati
Non basta il blocco dei licenziamenti. Il mercato del lavoro in Italia potrebbe subire un duro colpo dopo la fine di questa misura (e del ricorso alla cassa integrazione). A spiegarlo è Il Sole 24 Ore citando i dati emersi dal bollettino economico di luglio. Le previsioni di giugno dell’Istat, con Pil al -8,3% quest’anno, lasciano intravedere un calo delle unità di lavoro del 9,3% alla fine dell’anno, con una ripresa del 4,6% nel prossimo anno. Un calo degli occupati che sembra ricordare quello previsto anche da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia. Nelle scorse settimane aveva avvertito che una volta terminata la sospensione dei licenziamenti e il ricorso alla cassa integrazione, ci potrebbero essere serie ripercussioni sul mercato del lavoro. A partire dal rischio di un calo degli occupati del 4,5%, ovvero tra le 900mila e il milione di persone. Calcolo effettuato ipotizzando un calo del Pil del 9% a fine 2020.
Quanti occupati si potrebbero perdere causa Covid
Le stime dipendono, ovviamente, dai nuovi contagi: un nuovo lockdown, per esempio, cambierebbe completamente le carte in tavola. Così come già successo negli scorsi mesi, quelli di chiusura totale. La situazione era migliorata, comunque, a maggio e giugno, come dimostra sempre l’Istat nella sua nota mensile di luglio, con un recupero delle ore lavorate. Ma non abbastanza da tornare ai livelli pre-Covid. Di stime il Sole ne cita anche altre, come quelle di Stefano Fantacone (Cer), secondo cui la caduta potrebbe essere di 720mila occupati, ma con un dato ancor maggiore per le unità di lavoro, ovvero comprendendo anche la cassa integrazione, con un calo stimato a 1,1 milioni. I due dati si riequilibreranno, probabilmente, più avanti, nel 2021.
I rischi legati al divieto di licenziamento
Fedele De Novellis (Ref.) spiega che la riduzione del numero di occupati finora è stata contenuta, con solo 600mila unità perse. Il 3%, un dato non elevato in confronto alla perdita del Pil molto più elevata. Influiscono, chiaramente, le misure messe in campo dal governo su blocco dei licenziamenti e Cig. De Novellis sottolinea che “con il passare dei mesi lo stesso divieto di licenziamento può avere effetti avversi sull’occupazione, scoraggiando le imprese che stanno andando bene dall’effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato”.