Lavoro, con l’emergenza Coronavirus crollano le assunzioni: -34% nel 2020
Il Coronavirus pesa sulle nuove assunzioni. E il crollo nel 2020 è inevitabile, anche se viene attutito da un numero minore di cessazioni rispetto al 2019 grazie al blocco dei licenziamenti. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps le assunzioni effettuate da parte dei datori di lavoro privati nei primi nove mesi del 2020 sono state 3.801.000, con un calo del 34% rispetto allo stesso periodo del 2019. Le cessazioni nello stesso periodo sono state 4.058.000, in diminuzione del 21% rispetto all’anno precedente. Il saldo annualizzato, cioè la differenza tra il flusso di assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi, a settembre è stato -669mila.
Il calo delle assunzioni riguarda tutte le tipologie contrattuali, ma è particolarmente marcato per le assunzioni con contratto di lavoro a termine, quindi intermittenti, somministrati, a tempo determinato. Le trasformazioni dei contratti a tempo determinato nel periodo gennaio-settembre 2020, invece, sono state 376mila, in calo rispetto allo stesso periodo del 2019. Una decrescita del 31% che dipende anche dal fatto che nel 2019 il livello era stato alto per gli effetti del decreto Dignità.
La diminuzione delle cessazioni, corrispondente a un -21%, è stata più accentuata per i contratti a tempo indeterminati e per quelli di apprendistato, nel periodo marzo-settembre. Una diminuzione che sicuramente dipende in gran parte dal blocco dei licenziamenti introdotto durante l’emergenza Covid-19. L'Inps sottolinea ancora: "Nel periodo gennaio-settembre 2020, 58.023 rapporti di lavoro (32.225 assunzioni e 25.798 trasformazioni a tempo indeterminato) hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017), valore in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-31%)". I licenziamenti economici, quindi, sono diminuiti del 71% nel secondo trimestre e del 62% nel terzo trimestre. Aumentano, invece, i licenziamenti disciplinari nel terzo trimestre, con un +26%.