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La tassa che piace agli italiani è quella sul cibo-spazzatura

Di fronte alla dilagante obesità giovanile e agli effetti sulla salute, il Governo studia il nuovo balzello sul junk-food che dovrebbe “ingrassare” lo Stato con 270 milioni di euro. Il tributo sembra piacere agli italiani e «non servirà solo per fare cassa» assicura il Ministro della Salute, Renato Balduzzi. Ma c’è chi storce il naso.
A cura di Biagio Chiariello
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di fronte all obesita dilagante il governo vara il nuovo balzello su patatine e snack

Stop al cibo-spazzatura. Un proposito vecchio quanto il junk-food stesso, ma che da qualche mese è finito sul tavolo delle discussioni di Palazzo Chigi. Eh già, perché il Ministro della salute Renato Balduzzi è dell'idea che il consumo di patatine, bibite gassate, hot dog e gli altri cibi nocivi per il nostro organismo, si possa contenere attraverso una tassa, i cui provenenti andrebbero a sostenere il nostro sistema sanità: da strutture nuove di zecca a progetti per promuovere l'educazione alla salute.

L'esempio da seguire viene dall'estero. Danimarca e Francia sono state la guida. Nel Paese Scandinavo, la  cui percentuale di obesi è assai al di sotto della media europea (il 9,9% della popolazione), è entrata in vigore la “fat tax”, cioè la tassa sui cibi ricchi di grassi saturi. Mentre i cugini d'oltralpe hanno deciso di salvaguardare la linea dei cittadini e allo stesso tempo "ingrassare" le casse dello Stato per mezzo della la “tax soda” sulle bibite gassate. Dal 1° gennaio i francesi che vogliono acquistare bevande ad elevato contenuti di zuccheri dovranno pagare qualcosa in più. Lo stesso dicasi per l'Ungheria che ha indetto un tributo addizionale sugli alimenti industriali ad alto contenuto di sale e zuccheri.

Due piccioni con un fava, dunque. Da una parte si contrasta l'obesità, dall'altra si fa cassa. Il problema dell'obesità in Italia è piuttosto serio, anche per quel che riguarda i risvolti economici: nel nostro Paese ci sono 5 milioni di obesi con un costo sanitario calcolato in 8 miliardi. E con un detestato primato europeo nell'obesità infantile, nella fascia tra i 6 e i 9 anni. E così, anche da noi presto potrebbe arrivare il balzello su merendine, cibo da fast food, ma anche superalcolici. E' «una piccola imposta e dobbiamo finire di concordarla con le regioni, che comunque mi sembrano d'accordo su questa impostazione» ha detto Balduzzi in un'intervista a Repubblica. Il Ministro respinge le critiche di chi vede la tassa sul junk food come un pretesto per spillare soldi agli italiani: «Prima la salute, poi la cassa», assicura il Ministro. Il punto più importante – spiega-  è «migliorare le abitudini alimentari. Mandiamo un messaggio ai consumatori, vogliamo farli risparmiare in termini di salute, cosa che poi si traduce in un risparmio anche per il sistema sanitario nazionale».

Il settore del cibo-spazzatura non è mai entrato in crisi. Al supermercato i carrelli strabordano di snack,  bevande gassate, la "droga" patatine fritte, e tante altre "porcherie". Non è un caso se il ricavato della tassa ammonterebbe a qualcosa come 270 milioni di euro, scrive Repubblica. Nello specifico, al vaglio dei tecnici montiani c'è l'ipotesi di prelevare un tot di denaro su ogni 100 litri di prodotto venduto. Per quel riguarda i superalcolici il ministero prevede un prelievo di 50 euro ogni 100 litri. In questo modo il guadagno del Governo sarebbe di circa 24 milioni di euro, considerato che ogni anno in Italia si bevono 48 milioni di litri tra rum, amaro, grappa, whisky et simili. Diverso il discorso per le bevande analcoliche gassate (dai succhi di frutta alla Cola, passando per gli energy drink). Il consumo di queste bibite in Italia è impressionante:  ben 3,5 miliardi di litri ogni anno. Per cui la ritenuta da parte dello Stato sarà di "soli" 7,16 euro per 100 litri, che detto in altri termini significa 2 centesimi per ogni lattina.

La tassa sui junk food al momento sembra l'unica ad avere i favori degli italiani. E' quel che si evince da un sondaggio di Coldiretti: tassare chi mangia male? I "sì" hanno ottenuto un vero e proprio plebiscito, l’81%. Ma a patto che gli introiti siano destinati ad una giusta causa e, restando in tema, magari alla promozione di alimentazione sana e genuina. Ma non tutti sono d'accordo. La proposta di tassare i cibi-spazzatura rischia di ottenere un effetto contrario a quello sperato. E' quanto ipotizza l'ex Ministro della Salute, Ferruccio Fazio. In un momento in cui la crisi economica si abbatte duramente sulle famiglie italiane, l'aumento del prezzo dei cibi-spazzatura dovuto alla nuova tassa, porterebbe a scegliere prodotti ancora inferiori e di minore qualità, con effetti inevitabilmente negativi per la salute.

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