La seconda ondata frena la ripresa economica dell’Eurozona: per l’Istat nel 2020 Pil giù del 7,3%
La ripresa economica dell'Eurozona dopo la pandemia di coronavirus è rallentata dalla seconda ondata di contagi. Nell'ultimo trimestre del 2020 il Pil calerà del 2,7% e per l'intero anno si andrà in rosso del 7,3%: lo afferma l'Eurozone economic outlook stilato dall'Istat insieme all'Ifo tedesco (Istituto di studi e previsione economica) e il Kof svizzero (Istituto di ricerca economica). "Dopo il marcato aumento nel terzo trimestre, nell’area dell’euro l'attività economica è attesa diminuire nel quarto, condizionata dall’emergenza sanitaria e dalle nuove misure di contenimento della diffusione del Covid", si legge nel documento. Che precisa: "Il quadro previsivo è caratterizzato da una elevata incertezza, con rischi sia al rialzo sia al ribasso, legati, all'evoluzione della pandemia, alla tempistica dell'introduzione dei vaccini e all’atteso impatto dei fondi previsti dal piano Next Generation".
Nel terzo trimestre dell'anno, in realtà, "dopo la flessione senza precedenti della prima metà del 2020", era stata registrata una crescita più sostenuta del previsto. Infatti, il graduale allentamento delle misure anti-contagio avvenuto a partire da maggio ha favorito la ripresa. Soprattutto in Paesi come l'Italia, la Spagna e la Francia, che avevano registrato ampie contrazioni nei primi trimestri, il rimbalzo è stato incisivo. Ma "le nuove misure di contenimento implementate da novembre dai Paesi, hanno determinato un rallentamento dell'attività economica" e "nei prossimi mesi, un inasprimento delle misure di contenimento condizionerebbe ulteriormente l’attività economica soprattutto nei servizi con effetti limitati nella manifattura".
Le prospettive non sono delle migliori. "L’attuale quadro previsivo è caratterizzato da una forte incertezza, soprattutto considerando la ripresa dei contagi in quasi tutti i Paesi e dell’implementazione delle misure di lockdown" sottolinea l'Eurozone economic outlook. Tuttavia, "l’avvio della campagna di vaccinazione su scala europea dovrebbe generare un significativo miglioramento delle aspettative e un progressivo ritorno alla normalità". E infine, "la progressiva implementazione delle politiche di investimento legate al piano Next Generation costituirebbe un ulteriore stimolo positivo", anche se invece "una “hard” Brexit, non regolamentata, potrebbe influenzare negativamente l’attività economica".