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Opinioni

La politica non è stimolo ma freno per la ripresa

Mentre in Italia trova ampia eco il dibattito tra economisti circa la fallacia delle basi teoriche della politica di “austerità espansiva”, dalla politica giungono molte idee ma poche proposte concrete. Così Mario Draghi…
A cura di Luca Spoldi
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Cose che capitano (non) solo in Italia: succede che il premio Nobel americano Paul Krugman riprenda, sul numero (di giugno, ma già online) del New York Review of Books la vicenda, narrata già sul New York Times del 13 marzo scorso (che già ha avuto in Italia ampia risonanza) degli errori metodologici e di calcolo commessi dai teorici della “austerità espansiva”, da entrambi i lati dell’Atlantico (in America in particolare Carmen Reinhart e Ken Rogoff, in Italia Alberto Alesina and Silvia Ardagna), errori che hanno già scatenato gli strali di altri economisti come Jeff Frankel ma che in Italia scatenano (nuovamente, come se a distanza di due mesi non esistesse più alcuna memoria che si tratta di cose già note e già dette) polemiche perché colpiscono i “tecnici della Bocconi”. E dal tono delle filippiche che si levano si capisce che in tanti, accademici e non, avevano qualche sassolino nelle scarpe da levarsi alla prima occasione utile e magari anche alla seconda.

Dati per scontati sia la spocchia di certi colleghi “analisti” e “professori” sia l’interesse “propagandistico” da parte di chi ora li accusa e magari fino a pochi mesi fa li vezzeggiava in modo finanche imbarazzante, occorre ancora una volta far notare come queste cortine fumogene si alzano sempre al momento opportuno, magari per mascherare notizie come il sequestro di beni per 1,2 miliardi di euro che sarebbero stati trasferiti fittiziamente dai fratelli Emilio e Adriano Riva (comproprietari dello stabilimento Ilva di Taranto, quello per il quale non era economicamente sostenibile fare i necessari investimenti per eliminare l’impatto ambientale dell’acciaieria secondo gli stessi Riva) nel paradiso fiscale di Jersey. Un “tesorone” più che un “tesoretto” che sarebbe stato creato distraendo soldi proprio dall’Ilva. Ogni commento è superfluo, salvo forse osservare come ancora una volta sia la magistratura (il provvedimento di sequestro, eseguito dagli uomini della Guardia di Finanza, è stato firmato dal Gip di Milano) a doversi sostituire alla politica nella lotta all’evasione di cui pure si sono riempiti la bocca tutti i politici della Repubblica Italiana di questi ultimi 30 anni almeno.

Politica che, nel frattempo, ha fiutato l’aria e cambiato obiettivo, almeno a parole: visto che il problema è la mancata crescita e la perdita di posti di lavoro, ora tutti vorrebbero proporre soluzioni più o meno credibili, perché così  non si può più andare avanti. Peccato che in una crisi da domanda (interna) in parte auto-indotta proprio dall’aver perseguito l’araba fenice della “austerità espansiva” che ora si scopre fallace anche in termini teorici oltre che pratici, che al contempo è una crisi fiscale da drammatica assenza di risorse concretamente spendibili “hic et nunc”, creare occupazione per decreto non si può, come ha ammesso anche il ministro Giovannini in questi giorni, e mentre qualche misura di riduzione selettiva del costo del lavoro (ad esempio per giovani e disoccupati di lungo periodo) o incentivi per stabilizzare contratti precari potrebbe evitare di registrare ulteriori drammatici peggioramenti della situazione che avvicinerebbero il nostro paese alla situazione in cui già versano Grecia, Portogallo e Spagna, immaginare di ripartire dall’oggi al domani non si può.

Così mentre da esponenti del governo Letta giungono auspici, a cercare di dare ossigeno al sistema è ancora Mario Draghi. Nel giorno in cui il viceministro all’Economia Stefano Fassina ha ribadito che il governo farà “tutti gli sforzi possibili per evitare l'aumento dell’Iva, che non va nella direzione giusta”, e mentre il suo collega sottosegretario al Tesoro, Pier Paolo Baretta, ha annunciato che una volta uscita dalla procedura di infrazione, il prossimo 29 maggio, l’Italia intende rinegoziare con la Ue la “golden rule” ottenendo “la possibilità che gli investimenti che vengono fatti per esempio per il piano giovani o per infrastrutture non siano calcolati nel Patto di stabilità” cercando a quel punto di cambiare “il patto di stabilità interno, cioè liberare le risorse dei comuni per la manutenzione degli edifici scolastici, il dissesto idrogeologico, cioè soluzioni che consentono di avere più margini di risorse disponibili”, Morgan Stanley in un’analisi inviata agli investitori si domanda: “Si va verso un’altra dose di Draghinomics?

Poche ore prima che Ben Bernanke, numero uno della Federal Reserve, ribadisse al Congresso Usa che non ha alcuna intenzione di cambiare registro perché “un irrigidimento prematuro della politica monetaria metterebbe a rischio la crescita”, gli esperti della banca d’affari americana hanno segnalato di attendersi da questo lato dell’Atlantico un altro taglio del tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale della Bce che potrebbe essere annunciato già nel prossimo meeting di inizio giugno. Nel report gli esperti aggiungono di non prevedere, al contrario, un taglio dei tassi sui depositi (già ora pari a zero) ma di non escluderlo più in là nel corso dell’anno. Il focus dell’azione della Bce dovrebbe comunque mantenersi sul movimento dei tassi (che potrebbe essere rinviato dopo giugno solo in caso di dati macro particolarmente positivi nei prossimi giorni, secondo gli esperti) e non sull’acquisto di titoli di stato sul mercato, che causerebbe maggiori divisioni di natura politica all’interno del board di Eurotower. Ancora una volta la politica, sia in Italia sia in Europa, sembra agire più da freno che da motore di sviluppo e le banche centrali suppliscono: perché non riesco più a stupirmene?

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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