La laurea fa guadagnare di più, ma bisogna aspettare la fine della carriera

Continuare a studiare dopo le scuole superiori e prendere una laurea può aiutare a ottenere uno stipendio migliore rispetto a chi ha fatto scelte diverse e ha messo da parte prima i libri. È quanto emerge da uno studio realizzato dall’Osservatorio JobPricing, l’University Report 2016, i cui risultati vengono riassunti dal quotidiano Repubblica. Ma il laureato deve avere pazienza. Per vedere i frutti dei propri studi in termini di guadagni c’è infatti bisogno di aspettare la parte finale della carriera lavorativa, quando le differenze tra gli assegni di laureati e non arrivano a pesare il 75 percento dello stipendio. Lo studio dell’Osservatorio JobPricing è basato sulle rilevazioni effettuate sui dati trasmessi in forma anonima dai dipendenti del settore privato e mostra una forbice nella retribuzione globale annua (fissa più variabile) media da 27880 euro a 41480 euro. Non si registrano particolari differenze tra il 2015, ultimo anno analizzato, e il 2014: le retribuzioni medie crescono in maniera significativa solo per chi ha conseguito un Master di secondo livello e per quei pochi dipendenti di aziende private in possesso di un dottorato. In tutti gli altri casi gli andamenti non si discostano oltre lo 0,5 percento, in negativo e in positivo.
Domina la classifica degli stipendi la Bocconi – Confrontando gli stipendi medi sulla base dell'ateneo di provenienza dalla ricerca emerge che chi ha frequentato un’università privata prende uno stipendio superiore del 17 percento rispetto a chi ha studiato in un ateneo statale, mentre il distacco dai Politecnici si riduce al 4 percento. Parlando sempre di stipendi, chi ha studiato al Nord guadagna in media il 15 percento in più di chi lo ha fatto al Sud. A dominare la classifica degli stipendi c’è la Bocconi, seguita da Politecnico di Milano e Cattolica. In coda troviamo Bari, Cagliari e Messina.