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Guerra in Ucraina

La guerra con la Russia rischia di dimezzare l’economia ucraina: “Serve un sostegno immediato”

Il conflitto sta distruggendo le infrastrutture chiave dell’Ucraina, tagliando le gambe ad esempio all’esportazione di grano e olio di girasole. Per la Banca mondiale servono subito aiuti dall’estero.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il Pil ucraino potrebbe essere dimezzato dalla guerra con la Russia. Questa, almeno, è la previsione della Banca mondiale, che invece prevede per Mosca un più contenuto calo dell'11,2%. Precisamente il prodotto interno lordo di Kiev dovrebbe scendere quest'anno del 45,1%, anche se molto dipenderà dalla durata e dall'intensità della guerra. Secondo la vice presidente della Banca mondiale per l'Europa e la Asia centrale, Anna Bjerde, "la portata della crisi umanitaria scatenata dalla guerra è sbalorditiva: l'Ucraina ha bisogno immediatamente di un enorme sostegno finanziario".

Diverse tra le infrastrutture chiave del Paese sono state infatti distrutte, danneggiate o rese inutilizzabili dagli scontri militari e le bombe russe. Tra danni ai ponti, autostrade e porti bloccati e terreni agricoli trasformati in campi da battaglia, è quasi impossibile per i vari rami dell'industria continuare a produrre come in una situazione di normalità.

Kiev era tra i principali esportatori di grano e olio di girasole prima della guerra, ma quest'anno la stagione della semina è stata interrotta dai combattimenti. Gli agricoltori, così, hanno avuto difficoltà persino ad accedere a macchinari e altri prodotti essenziali che normalmente arriverebbero tramite i porti del Mar Nero. Secondo Bjerde stando così le cose l'Ucraina "lotta per mantenere in vita la sua economia e il governo arranca per sostenere i cittadini ucraini che stanno soffrendo in questa situazione estrema". Lo stesso ministro delle finanze ucraino, Serhii Marchenko, ha ammesso che un terzo del sistema economico del Paese si è fermato per la guerra.

Secondo le cifre del governo di Kiev a fine marzo erano già 3 milioni le persone che avevano perso il lavoro e almeno 565 miliardi di dollari la cifra persa per l'intera economia. Per far fronte a questa situazione l'esecutivo ha utilizzato vie non tradizionali, come i bond di guerra per finanziare le casse dello Stato, ma anche una raccolta fondi in criptovalute e la vendita dei "gettoni non fungibili", una sorta di moneta che rappresenta atti di proprietà.

Secondo la Banca mondiale, poi, tra le altre economie del mondo a pagare il prezzo più alto del conflitto saranno i Paesi emergenti dell'Europa e dell'Asia centrale. L'organizzazione stima una contrazione del Pil medio della regione del 4,1% nel 2022, rispetto a una crescita del 3% prevista in precedenza.

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