Ferrari che continua a rombare in borsa, col titolo che chiude a 62,25 euro, poco distante dai massimi storici di 62,85 euro segnati la scorsa settimana. Merito del ritorno d’interesse generato dalle ultime mosse di risiko nel settore auto europeo, ma anche della presentazione dell’ultima nata a Maranello, la Ferrari 812 Superfast, presentata ufficialmente al salone dell’auto di Ginevra dove ha ottenuto unanimi consensi.
Proprio alla nuova “supercar” italiana, sul cui noma la stampa britannica ha già fatto qualche commento caustico notando come non sia il massimo quanto a fantasia, Sergio Marchionne, che ha confermato di essere pronto a restare alla guida del “Cavallino” almeno fino al 2021 (mentre nella primavera del 2019 lascerà il ruolo di Ceo del gruppo Fca) quanto meno per intascare il bonus rappresentato da 450 mila azioni Ferrari, che scatterà appunto in tale data e che alle quotazioni attuali vale 28 milioni di euro, ha affidato il compito di far crescere vendite e profitti rispetto ai livelli del 2015 (anno dello spin-off da Fca) senza perdere allure.
La vettura, destinata a sostituire la F12 Berlinetta, ha in effetti tutti i numeri per piacere, con un nuovo motore V12 da 6.5 litri in grado di erogare 789 bhp (la F12 Berlinetta aveva un V12 da 6.3 litri che erogava 730 bhp) che la rende la Ferrari stradale più potente e prestazionale di sempre, con una velocità massima di oltre 340 km orari e la capacità di raggiungere i 100 km orari in soli 2,9 secondi (1 decimo di secondo meno della F12 Berlinetta). Quanto al prezzo di listino in Italia sarà di 292 mila euro, contro i 250 mila della F12 Berlinetta.
Anche grazie alla 812 Superfast, la Ferrari per Marchionne potrebbe superare il miliardo di euro di Ebitda già a fine anno (rispetto ad un obiettivo ufficiale fissato a 950 milioni), avvicinandosi all’obiettivo di 9 mila vetture vendute fissato per il 2019 e per il quale Marchionne ha spiegato occorrerà che la Ferrari venda “una gamma di prodotti più ampia dell’attuale”, ad esempio con la GTC4Lusso presentata già lo scorso anno e che potrebbe dare vita a una versione a 5 porte che sfruttando una piattaforma esistente potrebbe generare margini più elevati.
Per intanto l’indicazione dell’Ebitda, notano gli analisti di Websim, è di circa un 4% superiore alle stime di consenso, mentre il prezzo della 812 Superfast supera di un 6% quello della V12 Berlinetta che va a sostituire. Due indicazioni che potrebbero favorire una generale revisione delle stime per i risultati dell’esercizio in corso e di quelli futuri da parte del mercato, a beneficio delle quotazioni del titolo e, in prospettiva, del bonus di Marchionne. Il quale Marchionne sempre da Ginevra ha anche fatto sapere che no, la Ferrari non produrrà mai, sotto la sua guida, un Suv di extralusso come invece hanno scelto di fare Bentley e Mercedes Benz.
Per il momento al mercato va bene così, visto che dallo spin off, quando il titolo Ferrari venne quotato a 43,44 euro, ad oggi (62,15 euro) il guadagno per Exor e gli altri azionisti è stato pari al 43%, con una capitalizzazione di borsa salita oltre i 12,37 miliardi, meno di un miliardo al di sotto di quella di Fiat Chrysler Automobiles, che di vetture ne ha vendute lo scorso anno circa 5 milioni (di cui 2,24 milioni nei soli Stati Uniti) contro le 8.014 vetture vendute da Ferrari.