video suggerito
video suggerito

La crisi non dà tregua a commercio e turismo: chiuse 50mila aziende nel 2013

I drammatici dati diffusi da Confesercenti: solo nel 2013 chiuse oltre 50mila aziende nei settori commercio e turismo.
A cura di Redazione
285 CONDIVISIONI
Immagine

Nei primi otto mesi dell'anno hanno chiuso oltre 50mila imprese nei settori commercio e turismo, con un saldo negativo di 20mila unità, considerando i nuovi esercizi: è questa la drammatica istantanea che Confesercenti diffonde in queste ore. Per giunta, con una proiezione estremamente negativa che vede 90mila esercizi chiusi entro la fine del 2013. A mitigare la situazione concorre solo in parte la crescita delle attività online, con un aumento di circa 2000 nuovi esercizi per la vendita online.

Come riportato dal comunicato diffuso in queste ore, quest'ultimo dato è testimonianza della volontà di reagire alla crisi, soprattutto da parte delle giovani generazioni: "La disoccupazione giovanile morde, ma i giovani non si arrendono: e per crearsi un posto di lavoro diventano imprenditori. Nel primo semestre del 2013, 4 nuove attività su 10 di commercio e turismo sono state avviate da under 35. I dati dell’Osservatorio Confesercenti confermano: i settori del commercio, dell’alloggio e della ristorazione turismo si confermano nel loro ruolo di shock absorber della disoccupazione, e di quella giovanile e femminile (le due fasce sociali più sotto occupate) in particolare".

Ma non basta, perché appare irrinunciabile un ripensamento della strategia complessiva, basata su un eccesso di "liberalizzazioni che sta cambiando radicalmente il volto delle città, trasformando le vie dello shopping tristi rassegne di saracinesche abbassate e di negozi in affitto. Oltre a questo, la liberalizzazione  degli orari di apertura non ha nemmeno sortito gli effetti previsti dal legislatore: non ha infatti aumentato i consumi che nel 2012, primo anno di applicazione del nuovo regime, sono crollati del 4,3%, cui si aggiungerà un’ulteriore flessione del 2% nel 2013. Inoltre, l’intervento non ha – come pure era stato sostenuto – adeguato l’Italia alle normative europee: secondo le nostre rilevazioni, infatti, nessuno dei più importanti Paesi della Ue ha un regime liberalizzato quanto il nostro. Confesercenti ha raccolto 150mila firme per cambiare il provvedimento: il nostro auspicio è che Governo, Parlamento e forze politiche prendano atto della gravità della situazione del commercio e degli effetti esiziali – in termini di imprese e di lavoro – che l’eccesso di liberalizzazioni sta avendo su di esso".

285 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views