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La crisi colpisce gli stranieri: dal 2008 il tasso di disoccupazione è raddoppiato

Il 57% di chi è arrivato nel 2014 nel nostro paese lo ha fatto per motivi lavorativi. Ma quasi un terzo degli immigrati svolge mansioni “poco qualificate rispetto al titolo di studio conseguito e alle competenze professionali acquisite”.
A cura di Claudia Torrisi
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Siamo convinti che gli stranieri vengano in Italia a rubarci il lavoro in tempi già di per sè difficili, ma la verità è che la crisi ha colpito forse più noi che loro. Secondo gli ultimi dati Istat, il 57% di chi è arrivato nel 2014 nel nostro paese lo ha fatto per motivi lavorativi. Ragioni legate ad aspetti familiari hanno mosso solo il 39% dei migranti, in maggioranza donne. Per l'Istituto nazionale di statitistica, gli stranieri residenti in Italia rappresentano l'8,6% della popolazione tra i 15 e i 74 anni e, nel secondo trimestre 2014, la stima degli occupati in quella fascia è di 2 milioni 310 mila. Dal 2008 al 2014 il tasso di occupazione tra chi è arrivato nel nostro paese è diminuito di 6,3 punti percentuali a fronte di una contrazione del 3,3% per quanto gli italiani. Quello di disoccupazione, invece, è quasi raddoppiato.

Chi ha un lavoro l'ha trovato nel 59,5% dei casi tramite la "rete informale di parenti, conoscenti e amici". Ma gli impieghi degli stranieri sono spesso poco remunerativi e scarsamente qualificati. Il 29,9% della fascia tra i 15 e i 75 anni ha dichiarato di svolgere un lavoro "poco qualificato rispetto al titolo di studio conseguito e alle competenze professionali acquisite", rispetto all'11,5% degli italiani che la pensa in questo modo. Un sentimento che si ritrova in maggior parte tra le donne straniere (fatta eccezione per la comunità indiana in cui la percezione è molto più elevata tra gli uomini),tra cui il tasso delle occupate è di quattro su dieci. Le più penalizzate risultano essere le polacche, ucraine, filippine, peruviane, moldave e romene. Quelle che, solitamente, finiscono per fare le domestiche o le badanti. Più si alza il titolo di studio, più aumenta l'insoddisfazione: il 54,5% degli stranieri laureati non è soddisfatto del suo lavoro, contro il 14,6% degli italiani.

Ma c'è un altro aspetto che emerge dall'indagine dell'Istat. Per il 36,2% degli stranieri non essere italiano rappresenta un ostacolo nella ricerca del lavoro. La stessa sensazione vale per il 22% dei naturalizzati. I tre problemi principali affrontati da chi viene nel nostro paese per lavorare sono la scarsa conoscenza della lingua (33,8%), il mancato riconoscimento del titolo di studio conseguito all'estero (22,3%) e poi motivi socio-culturali (21,1%).

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