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La Corte dei Conti dice che il condono del decreto Sostegni può incentivare l’evasione fiscale

La Corte dei Conti boccia il condono introdotto dal decreto Sostegni: nella memoria depositata alla Camera si sostiene che la misura genera “rilevanti perplessità” e “può rappresentare una spinta ulteriore a sottrarsi al pagamento spontaneo per molti altri”. Critico anche il giudizio di Bankitalia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una netta bocciatura, da parte della Corte dei Conti e di Bankitalia, per il condono inserito nel decreto Sostegni. Un giudizio chiaro, in entrambi casi, e tutt’altro che positivo per il provvedimento varato dal governo Draghi. Nella memoria della Corte dei Conti sul decreto Sostegni, depositata alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, è evidente la critica per l’annullamento delle cartelle di importo limitato relative al periodo 2000-2010. “Una scelta che non appare condivisibile”, taglia corto la Corte. Il condono suscita “rilevanti perplessità” perché “questo è il terzo annullamento unilaterale di cartelle adottato nell’ultimo ventennio, a conferma di una sostanziale impotenza dello Stato a riscuotere i propri crediti, specie se di entità contenuta”.

Questa misura, inoltre dà “adito a perplessità sul piano della coerenza con le finalità complessive del provvedimento, risolvendosi in un beneficio erogato a un vastissimo numero di soggetti, molti dei quali presumibilmente non colpiti sul piano economico dalla crisi”. Ma non solo, perché inoltre il condono “genera disorientamento e amarezza per coloro che tempestivamente adempiono e può rappresentare una spinta ulteriore a sottrarsi al pagamento spontaneo per molti altri".

Altrettanto negativo è il giudizio della Banca d’Italia, secondo cui questo condono introdotto dal decreto Sostegni provoca conseguenze anche in termini di "incentivi negativi per l’affidabilità fiscale degli operatori economici e disparità di trattamento nei confronti dei contribuenti onesti”. Nella sua memoria, Bankitalia si esprime su quest’intervento che “mira ad alleviare, seppure in misura circoscritta, l’onere burocratico e amministrativo dell’agente della riscossione a fronte di carichi considerati per lo più di difficile esigibilità e a reindirizzare le attività e le risorse verso azioni più proficue”. Ciò che ricorda, però, Bankitalia, è che è necessario mettere in campo “’una riforma per rendere più efficienti i meccanismi di riscossione e per rafforzare la lotta all’evasione fiscale”.

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