La Corte dei Conti boccia il bonus degli 80 euro di Renzi

Il bonus Irpef di 80 euro proposto da Renzi è un “surrogato”. Piuttosto ci sarebbe bisogno di una riforma fiscale “equa e strutturale” dell’Irpef. E’ questa la conclusione a cui è giunto il rapporto 2014 della corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica. Una bocciatura che arriva peraltro nel giorno in cui è saltato l’annunciato allargamento del bonus alle famiglie monoreddito con figli. 80 euro che per la Corte avrebbero contribuito allo “svuotamento” della base imponibile Irpef. “Evasione, erosione, ‘fughe' dalla progressività – si legge nel testo -, ma anche politiche redistributive basate sulle detrazioni di imposta (in larga parte, vanificate dal fenomeno dell'incapienza) così come scelte selettive, rientranti nell'ambito proprio e naturale della funzione dell'Irpef, affidate a strumenti ‘surrogati' (i prelievi di solidarietà, i bonus, i tagli retributivi) sono all'origine di un sistematico svuotamento della base imponibile dell'Irpef, finendo per intaccare la portata e l'efficacia redistributiva dell'imposta". "Tutte scelte – prosegue – che allontanano e rendono più difficile l'attuazione di un disegno equo e strutturale di riduzione e redistribuzione dell'onere tributario".
Ecco cosa si legge nel rapporto della Corte dei Conti
C’è una sorta di limite sociologico e di psicologia sociale a modificare la struttura dell’Irpef: la riluttanza del decisore politico ad assumere decisioni di natura tributaria in una prospettiva che non si configuri come uno sgravio generalizzato. Accade così che scelte selettive, rientranti nell’ambito proprio e naturale della funzione della nostra principale imposta, siano affidate a strumenti “surrogati” ed improvvisati: dai “prelievi di solidarietà” (per livello o per tipologia di reddito), ai “bonus”, ai tagli retributivi tout court. Tutte scelte che allontanano e rendono più difficile l’attuazione di un disegno razionale, equo e strutturale di riduzione e di redistribuzione dell’onere tributario.
Ma la Corte critica anche il fatto che in Italia c’è una pressione fiscale troppo alta. Nel 2013 era pari al 43,8 per cento del Pil, quasi tre punti in più rispetto al 2000 e quattro punti in più rispetto alla media dell’Unione europea. Da qui l’invito a una “riduzione e riequilibrio della pressione tributaria” rispettando i ” vincoli di finanza pubblica”: ”Un contenimento della spesa è la strada obbligata per ridurre il peso della tassazione sull’economia”, si legge nel Rapporto.
Gli 80 euro di Renzi
Il 23 aprile l’esecutivo ha approvato il decreto Irpef che garantisce 80 euro in più al mese nella busta paga di dieci milioni di lavoratori dipendenti con redditi fino a 24mila euro. Il bonus spetta ai soci lavoratori delle cooperative; ai disoccupati che percepiscono l’indennità di disoccupazione; ai lavoratori in mobilità e in cassa integrazione; ai titolari di borse di studio e assegni di formazione professionale; ai collaboratori coordinati e continuativi e quelli a progetto; ai lavoratori impiegati in lavori socialmente utili. Si è parlato di estenderlo anche alle famiglie monoreddito con figli, ma ieri il governo ha deciso di rinviare la decisione alla legge di stabilità 2015.