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La Cgil non manda giù la manovra: il 6 settembre sarà sciopero generale

La Cgil ha annunciato uno sciopero generale di 8 ore per il prossimo 6 settembre. Braccia incrociate per protestare contro la manovra bis, definita “iniqua e depressiva”.
A cura di Alfonso Biondi
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Camusso

La manovra bis non piace neanche alla Cgil. E c'era da aspettarselo. La segreteria della confederazione, allargata ai leader delle categorie, ha annunciato uno sciopero generale di 8 ore fissato per il prossimo 6 settembre, in pratica all'indomani della discussione del provvedimento al Senato. Obiettivo: alzare la voce contro una manovra economica “depressiva, socialmente iniqua, inefficace e antisindacale”.

Nello specifico il sindaco contesta che il provvedimento perché non destina "alcuna risorsa né alla crescita, né all'occupazione, mentre i redditi e i consumi dei cittadini continuano a ridursi"; il decreto inoltre non affronterebbe "in maniera strutturale le cause del deficit, né pone le basi per ridurre realmente il debito" e pretenderebbe "di cancellare per legge uno strumento di regolazione generale dei diritti dei lavoratori come il Contratto Nazionale di lavoro".

Dopo la contromanovra del Pd, quindi, ora arriverà anche quella della Cgil. Domani Susanna Camusso, nel corso del presidio convocato fuori Palazzo Madama, illustrerà le alternative che ha in mente il sindacato oltre che le modalità della protesta. Si tratta, in ogni caso, di una decisione che si aspettava da tempo. Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, ha accolto molto positivamente la decisione di uno sciopero generale. Per Landini è giusto agire il prima possibile contro la nuova manovra economica. Adesso si attendono le reazioni di Cisl e Uil.

Chi non l'ha presa benissimo, invece, è stato il governo. Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone non ha esitato a definire lo sciopero "un'evidente prova di irresponsabilità". Il Ministro del lavoro Maurizio Sacconi ha poi etichettato la mobilitazione come "ingiustificabile". "Credo– ha affermato Sacconi- che lo strumento dello sciopero sia assolutamente legittimo e   rispetto la volontà di una grande organizzazione; tuttavia nel contesto in cui viviamo credo che sia in straordinaria contraddizione con le esigenze di sostenere la produttività, la crescita e l’occupazione".

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