Bce, nuovo taglio dei tassi di interesse: scendono di 25 punti base, quali saranno gli effetti sui mutui
Come previsto, è arrivato un nuovo taglio dei tassi d'interesse. La Banca centrale europea ha annunciato con un comunicato ufficiale una riduzione di 25 punti base, quindi il tasso di rifinanziamento principale scenderà al 3,65%, il tasso di rifinanziamento marginale al 3,90% e il tasso sui depositi al 3,50%. Concretamente, la mossa dimostra che gli sforzi fatti dalla Bce finora per ridurre l'inflazione hanno funzionato, i prezzi hanno rallentato e ora si possono abbassare, gradualmente, i tassi d'interesse. Tanto che, secondo diversi analisti, a dicembre 2024 potrebbe arrivare un terzo taglio. La presidente della Bce, Christine Lagarde, non ha confermato questa ipotesi. L'ultimo taglio era arrivato a giugno, poi nell'estate la Banca centrale aveva scelto di mantenere i tassi stabili.
Perché la Bce aveva alzato i tassi d'interesse e ora li abbassa
L'abbassamento dei tassi d'interesse è significativo, perché era da anni (prima della decisione di giugno) che non avveniva. Per molto tempo i tassi della Bce erano stati allo 0%, perché in questo modo si cercava di combattere la crisi economica e finanziaria dell'Europa. In quelle condizioni, ottenere prestiti a condizioni vantaggiose era molto più facile per famiglie e aziende, e questo contribuiva – nelle intenzioni della Banca – a far crescere l'economia.
Nell'estate del 2022, in seguito al boom dell'inflazione dovuto a vari elementi, come la ripresa dopo la pandemia e il picco dei prezzi dell'energia legato anche alla guerra in Ucraina, la Banca centrale era corsa ai ripari. Da quel momento era iniziata una serie di rialzi per cercare di ottenere l'effetto opposto. In soldoni: rendere più sconvenienti i prestiti, far circolare meno denaro, e così spingere al ribasso l'inflazione.
In generale, si può dire che il piano abbia funzionato. Ad esempio oggi l'inflazione in Italia è attorno all'1%, mentre a fine 2022 aveva superato l'11%. La stima della Bce è che nella zona Euro scenderà al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all'1,9% nel 2026. Questo significa che i prezzi aumentano meno in fretta, quindi il potere d'acquisto delle famiglie – tra le altre cose – scende più lentamente o non scende affatto. A pagarne il prezzo, però, è chi ha un prestito o chi vuole richiederne uno.
Quali saranno le conseguenze sulle rate dei mutui
I tassi della Bce regolano, anche se indirettamente, i tassi d'interesse che le banche offrono ai propri clienti per un mutuo. Tanto più il tasso Bce è alto, tanto più le banche devono pagare per avere del denaro, e quindi maggiore è il tasso richiesto a chi vuole ottenere un prestito. Le conseguenze più evidenti sono sue due gruppi: chi ha già un tasso a mutuo variabile, e chi vuole accendere un nuovo mutuo, di qualsiasi tipo.
Per il primo gruppo, l'importo delle rate negli ultimi mesi è aumentato moltissimo in media. D'altra parte, ogni volta che la Bce aumentava i tassi d'interesse anche le banche locali rispondevano con un aumento – cosa che poi ha portato al dibattito politico sugli extraprofitti delle banche. Ora, il taglio della Banca centrale europea – il secondo quest'anno, e secondo molti analisti non l'ultimo – potrebbe portare un po' di respiro.
Le conseguenze non saranno necessariamente immediate, ma un'analisi della Federazione autonoma dei bancari (Fabi) ha mostrato che negli ultimi mesi le banche hanno già iniziato a ridurre i propri tassi, ‘anticipando' le mosse della Bce. In media, i tassi sono già scesi in media al 3,44%, mentre erano sopra il 5% nel 2023. Ora, potrebbero scendere ancora al 3,2%. Per un mutuo da 200mila euro da estinguere in 25 anni, questo significherebbe un risparmio complessivo di circa 70mila euro. Facile.it ha stimato invece che il taglio dovrebbe portare a un risparmio medio di 18 euro al mese nelle rate, e che se non ci saranno sorprese la cifra dovrebbe aumentare l'anno prossimo, fino a oltre 80 euro.
Si tratta solo di stime generali, e ogni banca è libera di applicare le condizioni che preferisce. Ma di fatto, nella maggior parte dei casi, chi ha un mutuo a tasso variabile dovrebbe vedere l'importo delle rate scendere. Al contrario, chi vuole chiedere un prestito dovrebbe trovare delle offerte più vantaggiose rispetto a pochi mesi fa.