La Bce alza i tassi di interesse di 50 punti, cosa vuol dire per le rate dei mutui a tasso variabile
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di alzare i tassi di interesse di altri 50 punti base, cioè dello 0,5%. La decisione era stata annunciata a gennaio, poi confermata a febbraio e ribadita poco più di una settimana fa, quando la Bce aveva anche chiesto alle banche di trovare un modo per aiutare le famiglie con dei mutui troppo pesanti.
Gli scossoni degli ultimi giorni – con il fallimento della Silicon Valley Bank prima, e con la crisi di Credit Suisse poi – avevano fatto pensare che forse la Banca centrale europea avrebbe scelto di limitare l'aumento dei tassi di interesse. Così non è stato: l'aumento dello 0,5% si somma a quello effettuato a inizio febbraio e agli altri avvenuto nel corso del 2022. La banca centrale ha spiegato che in assenza di un aumento forte "l’inflazione rimarrebbe troppo elevata per troppo tempo".
A differenza di quanto accaduto negli ultimi mesi, però, la Bce non ha annunciato che i rialzi continueranno anche nelle prossime settimane. "L’elevato livello di incertezza accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati", ha scritto in una nota il Consiglio direttivo, quindi serviranno altre "valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari".
A seconda di come procederà il tasso di inflazione, quindi, non è detto che gli aumenti continueranno. Il Consiglio ha detto che "segue con attenzione le tensioni in atto sui mercati ed è pronto a intervenire ove necessario", dato che ha "tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario", anche se "il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta".
Stime sull'inflazione, arriverà attorno al 2% solo nel 2025
A partire dal 22 marzo la decisione presa oggi sarà effettiva e il tasso di interesse di riferimento (cosiddetto tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, quello che le banche pagano alla Bce per i soldi presi in prestito) salirà al 3,5%. Secondo alcuni analisti, la Bce nei prossimi mesi potrebbe effettuare ancora un rialzo portandolo al 4%, e poi fermarsi.
Il Consiglio direttivo ha detto di essere pronto a tutto per riportare l'inflazione al livello del 2% medio, in modo da evitare un aumento dei prezzi eccessivo. Secondo le stime degli esperti della Bce, l'inflazione nella zona euro sarà al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025.
Cosa succede alle rate dei mutui a partire da aprile 2023
Dato che le decisioni della Banca centrale europea influenzano l'Euribor, tasso di interesse che determina le rate di chi ha un mutuo a tasso variabile, questo nuovo aumento della Bce andrà a pesare anche su chi ha un mutuo acceso o vuole chiederne uno. Secondo le simulazioni di Facile.it, le rate potrebbero crescere del 52% in meno di diciotto mesi (da gennaio 2022 al periodo aprile-giugno del 2023), se l'Euribor aumentasse esattamente dello 0,5%.
Per chi ha un mutuo a tasso variabile, quindi, sono in vista nuovi aumenti delle rate. Al contrario, i mutui a tasso fisso non verrano modificati, quindi manterranno le stesse rate concordate con la banca nel momento in cui sono stati accesi.
Nell'ultima legge di bilancio, il governo ha previsto la possibilità di passare da tasso variabile a tasso fisso con alcune agevolazioni: lo può fare chi ha un mutuo da meno di 200mila euro, un Isee sotto i 35mila euro e non ha mai avuto un ritardo nei pagamenti. La stessa Bce ha detto poche settimane fa che le banche dovrebbero essere "pronte a rinegoziare i mutui", perché "una banca non vuole certo iscrivere debiti di sofferenza nei suoi bilanci".