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La battaglia per Rcs ha un vincitore: Urbano Cairo

All’ultimo giorno di adesione alle due offerte su Rcs il risultato è, per alcuni, clamoroso: ha vinto l’offerta di Urbano Cairo, l’unico imprenditore che in questi anni ha saputo fare soldi con la carta stampata. Sconfitto il “salotto buono”, che ora deve decidere se restare nell’azionariato anche in vista di una fusione Cairo Communication-Rcs o uscire definitivamente…
A cura di Luca Spoldi
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La battaglia per Via Solferino è finita: all’ultimo giorno (ieri) del periodo di adesione alle due offerte concorrenti Cairo Communications ha raggiunto il 48,82% del capitale di Rcs Mediagroup, mentre la cordata di soci storici (Mediobanca, Pirelli, UnipolSai e Diego Della Valle) riunita nel veicolo International Media Holding dal fondo Investindustrial di Andrea Bonomi, che pure partiva forte di un 24.7%, non va oltre il 37,7%. I fondi dunque hanno dato fiducia all’unico imprenditore italiano che in questi anni si sia dimostrato in grado di fare soldi con la carta stampata, voltando le spalle al “salotto buono” e ai rappresentanti di quello che fu, e forse non è più, l’establishment finanziario italiano.

I dati non sono definitivi: quelli si avranno solo giovedì 21 luglio, ma a questo punto è improbabile che le cifre si possano discostare di molto, semmai Cairo potrebbe scoprire di aver raggiunto la maggioranza assoluta di Rcs, ossia la condizione sul quantitativo minimo prevista dall’offerta di Cairo Communication (che proponeva 0,18 azioni Cairo Communication e 25 centesimi per ogni azione Rcs apportata). Impossibile invece, anche in caso di clamorosi colpi di scena, che si realizzi la condizione prevista dall’Opa i Imh, ossia un quantitativo minimo del 66,7% del capitale. Entro le 7:59 di mattina di lunedì prossimo, ossia prima dell’apertura dei mercati, i due offerenti dovranno comunque dichiararsi sul raggiungimento o sulla rinuncia alle condizioni sul quantitativo minimo di efficacia delle rispettiva offerte.

Scontata la rinuncia da parte di Cairo, visto che era stata prevista la possibilità di potersi accontentare del 35% (del 30% nel caso della cordata guidata da Bonomi) nel caso fosse stato comunque ottenuto il controllo della società, ovvero la capacità di determinare la maggioranza in assemblea e nominare il nuovo Cda. Meno scontata la decisione dei cinque soci di Imh, che dovranno riunirsi nelle prossime ore per decidere il da farsi. L’unica speranza per il “salotto” di bloccare Cairo è ora riposta nella Consob che deve ancora esprimersi sulla effettiva possibilità da parte dei due offerenti di dichiarare, volendo farlo, comunque valida l’offerta.

Ma a questo punto il patron di La7 sembra avere la strada spianata. Da un lato infatti Imh ha già dichiarato ufficialmente di prendere atto dei risultati dell’offerta: “Facciamo le nostre congratulazioni a Cairo e auguriamo un prospero futuro a Rcs. Si è trattata di un’operazione di mercato che, grazie al nostro interesse, ha consentito di far realizzare valori più adeguati a favore di tutti gli azionisti della società”. Dall’altro Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, principale creditore del gruppo che edita Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, subito schieratosi a fianco di Cairo anche tramite il lavoro di advisor della controllata Banca Imi guidata da Gaetano Miccichè, ha dichiarato che “si è trattato di un risultato straordinario, per noi motivo di grande soddisfazione”.

Facendo i conti della serva, Cairo, che partiva dal 4,7% già posseduto e che ha comprato sul mercato un ulteriore 4,24%, potendo contare sul 4,2% di Intesa Sanpaolo, ha raccolto oltre il 35% del capitale di Rcs in prevalenza da quei fondi come Vanguard e Schroder che da tempo avevano inserito titoli Rcs in portafoglio e attendevano una svolta che i vecchi soci non sono mai stati in grado di dare. Che fosse arrivato il momento di rompere le righe lo si era del resto capito già nel momento in cui il gruppo Agnelli, un tempo azionista di riferimento, ha deciso di uscire, concentrando i suoi interessi nella carta stampata nel nuovo polo Itedi-L’Espresso, cui fanno capo Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e i vari giornali locali del gruppo Espresso.

Nel caso di Itedi-L’Espresso la fusione è attesa a inizi 2017, una volta stabilito il concambio definitivo (la decisione è attesa a giorni) e il nuovo polo, in cui saranno presenti gli eredi Agnelli, la famiglia Perrone e la Cir del gruppo De Benedetti nelle vesti di socio di riferimento, avrà circa il 20% del mercato italiano. Per Cairo Communication-Rcs Mediagroup, invece, di fusione non se ne parlerà prima di un paio d’anni. Intanto già lunedì l’assemblea straordinaria di Cairo Communication dovrà varare l’aumento di capitale da 70 milioni con esclusione del diritto d’opzione che dovrebbe consentire l’atteso ingresso di nuovi azionisti, oltre a deliberare il voto maggiorato per i soci che abbiano conservato i titoli per almeno 24 mesi continuativi, così da non mettere in discussione il controllo della società da parte dello stesso Urbano Cairo.

La decisione di Imh consentirà di capire anche come evolverà la situazione in casa Rcs: se i cinque soci storici si tenessero stretti il loro 24,7% potrebbero avere comunque una rappresentanza in Cda. Accettando i titoli portati in adesione all’Opa e salendo al 37,7% raggiungerebbero una minoranza di blocco e potrebbero mettersi di traverso alla futura fusione, per la quale è necessaria una maggioranza qualificata dell’assemblea straordinaria. Ultimi fuochi d’artificio, poi, potrebbero venire nelle sedute di borsa tra il 22 e il 28 luglio quando si aprirà una finestra per consentire a coloro che hanno aderito all’Opa di Imh di cambiare idea e migrare sull’Ops di Cairo. Chissà se anche i cinque soci storici non ne approfitteranno? Urbano Cairo spera ovviamente di no: va bene vincere, ma stravincere è un lusso costoso.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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