L’Italia commissariata dal Fmi?
Ormai è un giallo quello che sta accadendo in queste ore a Cannes al vertice mondiale del G20. Molti parlano di un possibile monitoraggio individuale dell’Italia da parte del Fondo Monetario Internazionale, ma dal nostro Governo arrivano le prime smentite. In realtà, sono soprattutto Francia e Germania che ormai non si fidano più dei tempi e dei metodi del nostro Governo e hanno insistito affinché un organismo terzo verificasse l’operato dell’Italia.
L’urgenza delle riforme strutturali da portare avanti per il risanamento economico del nostro Paese ha fatto scattare una sorta di sorveglianza speciale per l’Italia, già iniziata da qualche tempo. Prima con la famosa lettera della Bce, poi con le imposizioni di Sarkozy e della Merkel ed infine, oggi, con il possibile controllo da parte degli esperti del Fmi.
Dall’Italia smentiscono qualsiasi tipo di sorveglianza diretta, ma si parla piuttosto di consigli che il Fondo metterebbe a disposizione dell’Italia per una migliore valutazione dei problemi e delle misure di contrasto da attuare. Niente di più di quello già deciso nel corso del vertice dell’Eurogruppo del 27 ottobre, in cui la Commissione Europea venne investita dell’analogo ruolo di supervisore. Da fonti del nostro Governo si parla di semplice osservazione per tutti i Paesi a rischio della zona euro, come la Spagna e anche l’Italia, ma non di un vero e proprio commissariamento.
Quello che preoccupa sono soprattutto gli attacchi speculativi provenienti dai mercati verso le economie in difficoltà come la nostra. Per questo molti spingono affinché anche l’Italia rientri sotto l’ombrello protettivo del Fmi, attingendo ad un fondo di riserva creato ad hoc per i paesi a rischio. In realtà l’accordo sul ruolo del Fmi in questa crisi mondiale ancora non si è raggiunto e le divisioni all’interno del vertice sono ancora ampie. Per il momento si parla di mille miliardi di dollari da mettere a disposizione dei Paesi in difficoltà attraverso crediti a breve termine, sotto la condizione di un massiccio controllo sulle scelte economiche del Paese che incassa il finanziamento. Ma questa soluzione per l’Italia porterebbe inevitabilmente ad una pesante intromissione del Fondo nella nostra politica economica e sociale con risultati non del tutto prevedibili.
All’Italia, almeno per il momento, non servono fondi immediati ma fiducia da parte dei mercati e degli investitori. Sapere che un’organizzazione molto attenta come l’Fmi osserva e consiglia il Governo sulle misure e sui tempi di attuazione delle riforme potrebbe essere un buon viatico per attenuare gli effetti speculativi. Forse non altrettanto positivi potrebbero essere invece gli effetti di un commissariamento totale del nostro Governo.