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L’analisi dei funzionari Ue: “L’Italia ha bisogno di un urgente cambio di rotta”

Uno studio degli economisti del team che sta vagliando la legge di Stabilità evidenzia “debolezze strutturali” del nostro paese. Il ritorno a “una crescita sana” sarà possibile solo con “uno sforzo straordinario”.
A cura di Redazione
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L'Italia ha bisogno di un urgente cambio di rotta. Lo dice un'analisi pubblicata su Voxeu.org, elaborata da Dino Pinelli, István P. Székely e Janos Varga. Tre nomi impegnati nel lavoro condotto dalla Commissione europea sulla Legge di stabilità e sul programma di riforme del governo guidato da Matteo Renzi. Pinelli è il capo del "desk Italia" della direzione generale Affari economici di Bruxelles, Székely  è direttore di ricerca e Varga è economista alla direzione generale di Bruxelles che sta analizzando Legge di stabilità dell’Italia. Secondo i tre analisti, dalla metà degli anni '90 in Italia il reddito per abitante è più basso della media delle altre economie europee. La ragione di questo sta nel fatto che nel nostro paese la "produttività totale dei fattori" cala in media lo 0,3% ogni anno da quindici anni, a differenza della quasi totalità degli stati europei e degli Stati Uniti. Per "produttività totale dei fattori" si intende la ricchezza che si crea in un'ora di attività produttiva, sommando tutte le variabili: l'organizzazione del lavoro, le regole, le competenze, gli investimenti, la tecnologia, la burocrazia, il mercato, le infrastrutture.

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Nell'analisi viene ricordato che l'Italia è il paese con "la percentuale più bassa di popolazione con un'istruzione terziaria e la quarta quota più alta di popolazione con la sola istruzione di base nell'Unione europea". Oltre al basso tasso di laureati, gli studenti del nostro paese sono in ritardo rispetto ai colleghi di Polonia, Corea del Sud o Spagna. Per i giovani poi è difficile anche iniziare un'attività imprenditoriale, a causa dai costi e della burocrazia. Anche la riforma del lavoro non ha prodotto i risultati sperati. I tre analisti riconoscono le novità introdotte dal Jobs Act, ma sottolineano come il nostro paese sia affetto da "debolezze strutturali fondamentali". Il ritorno a "una crescita sana" sarà possibile solo con "uno sforzo straordinario", muovendosi "con decisione".

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