L’addizionale Irpef alleggerisce le buste paga di marzo
Tutto pronto per la stangata di marzo. A fine mese, come ricorda L'Espresso, i lavoratori dipendenti dovranno fare i conti con buste paga più leggere, a causa di conguagli, e acconti regionali e comunali per il 2011, decisi dall'esecutivo guidato da Mario Monti con effetto retroattivo sull'anno scorso. Il rincaro regionale è stato stimato in 371 euro a famiglia, quello comunale in 48 euro pro capite. Il Decreto salva Italia dello scorso dicembre ha infatti ritoccato verso l'alto l'addizionale regionale Irpef, portandola dallo 0,9% all'1,23%; i governatori avranno però facoltà di aumentarla fino all'1,73%, mentre nelle regioni che hanno i conti della sanità dissestati è stabilita al 2,03%. E aumenteranno anche le addizionali comunali: i Comuni ad aver dato il via libera ai rincari sono già 300, tra i quali anche diversi capoluoghi di provincia (ad esempio Ferrara, Brescia, Agrigento).
A giugno la prima rata dell'Imu- E dopo i conguagli e gli acconti di marzo, i possessori di immobili dovranno metter nuovamente mano al portafogli: il 16 giugno, infatti, bisognerà pagare la prima rata dell'Imu, l'imposta municipale unica. L'aliquota fissata dal governo Monti è del 4 per mille, ma i Comuni avranno facoltà di abbassarla o alzarla del 2 per mille. Secondo le stime, il costo medio dell'Imu sulla prima casa si aggirerà attorno agli 80 euro. Per chi abita a Roma o a Milano, invece, arriverà una mazzata superiore 400 euro. Le disposizioni sull'Imu prevedono anche una detrazione di 200 euro, che andrà aumentata di 50 euro per ogni figlio a carico di età inferiore ai 26 anni, fino a un massimo di 400 euro.
L'anno prossimo arriva la Tares- Dall'anno prossimo, poi, la Tares (Tributo comunale che oltre ai rifiuti servirà a pagare anche altri servizi comunali come l'anagrafe, l'illuminazione pubblica e la polizia locale) prenderà il posto della Tarsu, l'attuale tassa sui rifiuti. Nuovo non solo il tributo, ma anche la base imponibile: i cittadini infatti pagheranno sull'80% della superficie catastale dell'alloggio su dati dell'Agenzia del territorio, non più quindi sulla metratura dichiarata dagli stessi cittadini. Anche in questo caso i Comuni potranno appesantire il tributo fino a un massimo di 40 centesimi al metro quadro.