Grazie Barcellona: dopo la vittoria per 3-0 contro i campioni spagnoli, salgono le possibilità di un passaggio di turno dei bianconeri in Champions e il titolo Juventus Fc vola a Piazza Affari chiudendo la giornata a 52,85 centesimi di euro per azione (+5,7%), dopo aver toccato una punta massima di 53,6 centesimi in avvio di giornata, con scambi sostenuti, pari a 8,3 milioni di azioni (circa lo 0,8% del capitale sociale).
Al di là del “tifo” borsistico, la reazione è comprensibile: la Uefa ha stanziato per il triennio 2015/2018 un montepremi annuo di 1,257 miliardi di euro per la Champions, di cui 1,207 miliardi suddivisi tra le squadre che accedono ai gironi tra bonus performance (724 milioni in tutto) e “market pool” (482 milioni, suddivisi per nazione). Il “market pool” italiano è di 110 milioni di euro e viene distribuito per il 50%, dunque 55 milioni, in base alla posizione in campionato, per il restante 50% in base ai risultati ottenuti da ciascuna squadra nell’arco della competizione.
Per la parte legata alla posizione in campionato il 50%, ossia 27,5 milioni va alla Juventus in quanto vincitrice dello scudetto 2015-2016, il 35% ossia 19,25 milioni al Napoli, secondo l’anno scorso in Serie A, il 15% (8,25 milioni) alla As Roma, terza lo scorso anno in campionato. Per la parte legata ai risultati si guarda al numero di gare disputate rispetto alle 18 teoriche nel caso di accesso alla finale: al momento la Juve ha disputato 11 gare e con la partita di ritorno al Nou Camp salirà a 12, quindi avrà diritto a 12/18 = 66,67% degli ulteriori 55 milioni di market pool, ossia almeno a 36,5 milioni.
Per quanto rigurada i bonus relativi alle performance sportive, 12 milioni di euro vengono pagati ad ogni squadra per il solo accesso ai gironi, 6 milioni per l’accesso agli ottavi, 6,5 milioni per l’accesso ai quarti. L’accesso alle semifinali frutterebbe altri 7,5 milioni, arrivare in finale a Cardiff altri 7,5 milioni mentre sollevare la coppa dalle grandi orecchie oltre alla soddisfazione sportiva farebbe entrare nelle casse del club torinese ulteriori 15,5 milioni di euro. In più ogni vittoria “paga” 1,5 milioni alla squadra vincitrice, il pareggio distribuisce mezzo milione a ciascuna dei due contendenti, la sconfitta non vale (anche economicamente) nulla.
Tutto questo senza contare che partite come quella col Barcellona consentono al club bianconero di fare ottimi incassi: nel caso specifico si è stabilito il nuovo record d’incasso con 4 milioni di euro incassati a fronte di 41 mila spettatori paganti. Così se alcuni calcolano il valore economico la vittoria in Champions pari ad almeno 113-114 milioni, il vero montepremi potrebbe essere ben più alto e superare anche i 120 milioni.
Visto che è reduce da cinque scudetti consecutivi e altrettante partecipazioni alla Champions, non stupisce dunque che il titolo del club bianconero, che a febbraio ha approvato il bilancio del primo semestre dell’esercizio 2016/2017 chiuso con 72 milioni di euro (30,3 milioni più dello stesso periodo di un anno prima) continui a sovraperformare gli indici della borsa di Milano sia a 1 sia a 3 e a 5 anni, con un rialzo delle quotazioni che ha visto una decisa accelerazione proprio dopo l’approvazione della semestrale (da metà febbraio a oggi il rialzo è superiore al 67%).
Certo, anche così le quotazioni restano lontane dai 3,7 euro per azione del prezzo storico al debutto in borsa avvenuto nel l’ormai lontano 2001 (valore che a seguito dell’aumento di capitale del 2011 equivale a circa 1,55 euro), ma il titolo continua così a recuperare il calo che lo aveva portato a segnare il minimo storico attorno ai 15 centesimi di euro per azione nel 2012. I piccoli azionisti-tifosi incrociano le dita e sperano che questa volta la “remontada” non riesca ai rosso-blue catalani consentendo al volo della “Signora” di proseguire, sui campi da gioco e sul mercato borsistico.