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Italia: occorre guardare avanti, non indietro

La possibile vittoria del centro-sinistra non sembra infastidirei mercati quanto i timori di una crescente ondata anti-riforme e anti-euro che Berlusconi e il Pdl, ma non solo, potrebbero tentare di cavalcare…
A cura di Luca Spoldi
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Silvio Berlusconi, Mario Monti

La crisi di governo aperta la scorsa settimana da Silvio Berlusconi col ritiro della fiducia accordata a Mario Monti per tredici mesi dal partito di sua proprietà (assieme a Pd e Udc) continua a pesare sui mercati, con borse e titoli di stato di nuovo in netto calo, ma già tra gli analisti si nota qualche distinguo dopo la decisione di Monti, nel weekend, di preannunciare le dimissioni del suo esecutivo una volta approvata la sola legge di Stabilità 2013, rinunciando al tentativo di portare a compimento le riforme più volte preannunciate e a questo punto destinate a rimanere nuovamente nel limbo salvo riproposizione nel 2013, una volta verificato l’esito di un voto che secondo i sondaggi dovrebbe vedere un affollamento di forze politiche attorno alla soglia del 15%-20% (dal Movimento 5 stelle al Pdl, fino all’eventuale lista centrista a sostegno dello stesso Monti).

Gli uomini del Credit Suisse, ad esempio, notano che la crisi di governo “non è quello che serviva all’Italia” in questo momento, ma potrebbe anche portare a “nuovi scenari” non necessariamente negativi, anche se la volatilità è destinata a rimanere elevata sui mercati fino alle urne. L’addio di Monti, per gli esperti, “accorcia la campagna elettorale, classico periodo di instabilità economica”, con le elezioni che appaiono più probabili per metà-fine febbraio anziché per metà marzo-inizio aprile. Insomma: prima si voterà a questo punto, meglio sarà, anche perchè i mercati sembrano guardare in modo “neutro” o “lievemente positivo” una eventuale futura coalizione di governo di centrosinistra, che pare l’ipotesi più probabile e che probabilmente supporterebbe un eventuale Monti-bis cercando di promuovere politiche maggiormente pro-crescita e contraddistinte da una maggiore equità fiscale come richiesto in Francia da Hollande e in Germania dalla Spd. Così i mercati potrebbero non infierire eccessivamente e “i rischi potrebbero essere tanto al rialzo quanto al ribasso”.

Meno ottimisti sembrano gli uomini di Royal Bank of Scotland, secondo cui l’Italia si avvia al nuovo anno “con una crescente insoddisfazione sociale e una maggiore frammentazione politica” che lascia ipotizzare tre scenari evolutivi: una coalizione stabile di centro-sinistra (scenario cui gli analisti attribuiscono il 55% di probabilità); un secondo mandato a Monti (20% di probabilità); la vittoria di una coalizione di centro destra (25% di probabilità). La prima ipotesi, aggiungono gli esperti “garantisce qualche continuità con l’agenda di riforme, mentre Monti potrebbe unirsi a qualche partito o coalizione politica”. La seconda ipotesi “sarebbe il miglior scenario a lungo termine per la competitività italiana, anche se potrebbe verificarsi solo a seguito di una sostanziale frammentazione politica” destinata a creare rinnovate pressioni dei mercati per i prossimi mesi.

La terza ipotesi è la meno probabile ma, avvertono gli esperti, alleandosi nuovamente con la Lega Nord Silvio Berlusconi potrebbe portare avanti un’agenda fortemente “anti riforme” che potrebbe tradursi in iniziative anti-austerity e anti-euro. “Questo sarebbe il caso peggiore per gli investitori, che avevano ridato fiducia al debito italiano nel 2012. La mancanza di una guida politica, insieme a una crescita piatta o negativa e a problemi di bilancio a livello regionale e sovrano potrebbero anche far scattare nuove richieste da parte dell’Fmi e dell’Ue”, col rischio di accentuare ulteriormente l’austerity sperimentata da una delle maggiori economie del vecchio continente. Detto questo, gli analisti concludono di vedere “una volatilità in aumento nel primo trimestre” (del 2013, ndr), ma di essere fiduciosi del fatto che le “prospettive a lungo termine restano positive”.

Me lo auguro vivamente, non solo da analista finanziario e investitore ma anche e soprattutto da cittadino italiano, essendo convinto che il nostro paese non abbia molte alternative se non risanarsi gradualmente (dunque ridando fiato alla crescita per quanto possibile, ma senza sperare di contare su una nuova crescita “infinita” del debito) e seriamente (dunque senza inseguire illusioni e pifferai magici). Cambiando in modo drastico il suo modo di pensare se stesso, investendo realmente in competenze, premiando realmente il merito, promuovendo realmente lo studio e l'utilizzo di nuove tecnologie. La difesa del passato non ha mai portato ad alcun futuro, nè a destra nè a sinistra nè al centro, il nostro dramma, come più volte osservato, è che siamo un paese vecchio “dentro”, a tutti i livelli e in tutti i campi. E siamo destinati a rimanere sempre più indietro se e finché non lo capiremo e non decideremo che è ora di cambiare. Speriamo che quell’ora possa scoccare già agli inizi del prossimo anno.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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