video suggerito
video suggerito

Italia declassata da Standard & Poor’s: le reazioni di opposizione e Confindustria

Bersani, Casini e Di Pietro chiedono le dimissioni di Berlusconi. Durissima anche Emma Marcegaglia: “O il governo vara le riforme in tempi brevi o deve andare a casa”.
A cura di Alfonso Biondi
142 CONDIVISIONI
Il leader del Pd e il presidente di Confindustria

Dopo il declassamento del rating italiano da parte di Standard & Poor's, sia le opposizioni sia gli industriali alzano la voce. E- rispetto a quanto affermato questa mattina dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una nota ufficiale– in entrambi i casi non si grida al complotto né si accusa la famosa società di rating di essersi fatta influenzare da giornali o valutazioni politiche. La realtà per i leader delle opposizioni e per i vertici di Confindustria è un'altra.

"La prima cosa è che Berlusconi si tolga di mezzo" ha tuonato Pierluigi Bersani. Per il leader del Partito Democratico  "non c'è più tempo per uscire dalla palude e rimettere in cammino il paese" ed è per questo motivo che "bisogna accorciare i tempi", facendo qualcosa e facendola subito. Bersani ha infine lanciato un appello alle forze della maggioranza: "Se c'è qualcuno di responsabile e di buona volontà all'interno della maggioranza batta un colpo perché dire ‘si va avanti così' significa pugnalare il Paese".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Pierferdinando Casini, anch'egli convinto della necessità delle dimissioni di Berlusconi: "L'ostinazione- -ha dichiarato il leader dell'Udc da Montecitorio- non serve più. Faccio un appello alla maggioranza, perché dobbiamo evitare di fare la fine della Grecia. Non difendano l'indifendibile e aprano una fase nuova".

Il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, in un post sul suo blog, scrive:

Ogni volta che una nuova mazzata si abbatte sul nostro Paese Berlusconi dà la colpa a qualcun altro. Una volta è l’opposizione, un’altra i magistrati, stavolta il barile cerca di scaricarlo sulla stampa. Se Standard & Poor’s ci declassa e se il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita per l’Italia non dipende dal fatto che lui e il suo sgangherato governo hanno messo in fila cinque manovre in un mese oppure che il risultato di tutte questi aggiustamenti e riaggiustamenti convince poco e delude molto.

Anche Emma Marcegaglia, presidente degli industriali, è stata durissima nei confronti dell'esecutivo. Nel corso di un convegno a Bologna, la Marcegaglia ha chiesto per l'ennesima volta il varo di quelle riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno: "O il governo è in grado domani, nella prossima settimana, di varare riforme serie, forti e impopolari che creino una discontinuità chiara sui mercati, oppure questo governo deve andare a casa. L'ho detto chiaramente e non ho paura di dirlo" ha sbottato. Ma il numero uno di Confindustria ha poi rincarato la dose: "L'Italia è un paese serio e siamo stufi di essere lo zimbello internazionale" ha dichiarato, sottolineando l'imbarazzo degli imprenditori italiani accolti all'estero "col sorrisino". "Siamo gente seria– ha concluso- che vuole essere giudicata su quello che fa e sui propri prodotti. Non vogliamo essere derisi per colpe che non abbiamo".

142 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views