Istat: in calo i posti fissi, stipendi fermi e povertà al top dal ‘97
Stipendi fermi, situazione lavorativa drammatica (soprattutto per i giovani) e un tasso di povertà relativa ai massimi storici: è la fotografia scattata dal Rapporto sulla coesione sociale compilato da Insp, Istat e Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Un rapporto che spiega che il numero medio di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato nel 2013 è diminuito rispetto all’anno precedente (-1.3%) attestandosi a quota 10.352.243. Il posto fisso è sempre più un miraggio soprattutto per i giovani: negli ultimi anni, nel periodo 2010-2013, il peso dei giovani rispetto al complesso dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato è passato dal 16.8% al 14.0%. I lavoratori under 30 sono diminuiti del 9.4%. Per quanto riguarda i salari, nel 2012 la retribuzione mensile netta risulta pari a 1304 euro per i lavoratori italiani e a 968 per gli stranieri, identica insomma a quella dell’anno precedente. Gli italiani hanno infatti ricevuto quattro euro in più mentre gli stranieri ne hanno persi 18 (il valore più basso dal 2008).
Italiani sempre più poveri, un pensionato su due ha un reddito inferiore ai mille euro – E il problema non è solo relativo al lavoro: nel Rapporto sulla coesione sociale emerge anche che nel nostro Paese la povertà relativa è ormai ai massimi storici. Secondo quanto fa sapere l’Istat, nel 2012 si trova in condizione di povertà relativa il 12.7% delle famiglie residenti in Italia (+1.6 punti percentuali sul 2011) e il 15.8% degli individui (+2.2 punti): “Si tratta dei valori più alti dal 1997, anno di inizio della serie storica”. L’Istituto di statistica rende noto dei dati anche relativi ai poveri in senso assoluto che dal 2005 sono raddoppiati e triplicati nelle regioni del Nord, passando dal 2.5 al 6.4%. Per quanto riguarda gli italiani che vivono con una pensione, uno su due (46.3%) ha un reddito inferiore a mille euro, il 38.6% ne percepisce uno tra mille e duemila e solo il 15.1% dei pensionati a un reddito superiore a duemila euro.