Istat: in Italia sempre più disoccupati soprattutto tra i giovani
E’ da mesi ormai che l’Istituto Nazionale di Statistica non fa altro che rilevare la precaria condizione economica italiana. Anche oggi il nuovo rapporto sull’occupazione e la disoccupazione in Italia fotografa una realtà ben poco incoraggiante. Secondo i primi dati provvisori dell’Istat anche nel mese di Settembre l’occupazione è calata, rispetto ad agosto ci sono 86mila lavoratori in meno con una diminuzione dell’occupazione pari allo 0,4%. Su base annuale invece fortunatamente il numero degli occupati è praticamente lo stesso, visto il piccolo aumento dei lavoratori maschili compensato dalla diminuzione del lavoro femminile. Il tasso di occupazione dunque in Italia a settembre si attesta al 56,9% in diminuzione sia rispetto al mese precedente che al 2010.
Ancora più problematica la situazione dei disoccupati, che sia sul dato congiunturale sia su quello tendenziale fa registrare un aumento considerevole. Il numero dei disoccupati in Italia è ormai superiore ai 2 milioni di persone, con un aumento sia rispetto ad agosto(+3,8 %), cioè 76mila lavoratori in meno, sia rispetto all’anno precedente. La disoccupazione rispetto allo steso periodo del 2010, infatti, è aumentata del 3,5% e riguarda sia le donne che gli uomini.
Sempre secondo le stime provvisorie dell’Istat, dunque, il tasso di disoccupazione italiano arriva a quota 8,3% in aumento dello 0,3% sia rispetto ad agosto sia rispetto all’anno precedente. Particolare sconfortante è che a risentirne maggiormente sia proprio l’occupazione dei giovani, con un tasso di disoccupazione giovanile che sale al 29,3% con un aumento congiunturale pari a 1,3%.
Visto il difficile inserimento nel mercato del lavoro è comprensibile che anche il numero delle persone inattive sia in aumento. A settembre rispetto ad agosto, infatti, 21mila persone tra i 15 e i 64 anni non sono più alla ricerca attiva di un lavoro, facendo attestare il tasso di inattività italiano al 37,9%.
Questi nuovi dati insieme a quelli precedenti sulle retribuzioni contrattuali, che evidenziavano salari in lenta crescita rispetto all’inflazione, sottolineano la difficoltà dei lavoratori salariati in Italia. Certamente molto lavoro andrà fatto per rimodernare un mercato del lavoro fermo da tempo, anche se le nuove misure allo studio del Governo con la norma sui licenziamenti facili non sembrano andare nella direzione voluta fai lavoratori e dai sindacati.