Intervento del governo per calmierare le bollette e il prezzo di benzina e diesel: cosa può cambiare
Il governo Draghi interviene ancora per provare a contenere i costi delle bollette di gas e luce. Nel consiglio dei ministri di ieri è stato varato un decreto che proroga gli aiuti già in essere fino alla fine di settembre. In campo 3,27 miliardi di euro, che servono anche per concedere garanzie pubbliche agli operatori che stanno comprando il gas a prezzi elevati (causa guerra in Ucraina e annessa speculazione finanziaria) per gli stoccaggi (cioè le riserve che ci serviranno per l'inverno). Per finanziare l'intervento viene varata una nuova tassa con aliquota da definire sugli extra-profitti di chi sta importando gas a prezzi più bassi di quelli di vendita. La tassa partirà dal 1° luglio e sarà in vigore fino al 31 marzo 2023. Il contributo verrà ridato alle aziende che dovessero poi andare in perdita.
Con il decreto viene confermato l'annullamento degli oneri di sistema per l'elettricità, sia per le case che per le utenze non domestiche, con potenza fino a 16,5 kW. A questo si unisce la riduzione dell'Iva al 5% sul gas. Sempre in relazione al gas le aliquote degli oneri generali vengono poi calmierate con un fondo ad hoc da 240 milioni di euro, soprattutto per chi consuma meno di 5mila metri cubi l'anno. Rimane poi l'azzeramento degli aumenti di gas e luce per chi ha un Isee inferiore ai 12mila euro annui.
Nel testo non ci sono interventi per abbassare il prezzo del carburante, con benzina e diesel tornati sopra i 2 euro al litro. La ministra della famiglia Bonetti, però, ha annunciato un decreto ad hoc da parte dei ministeri della Transizione ecologica e dello Sviluppo economico per prorogare il taglio delle accise da 30 centesimi già in essere e forse rafforzarlo ulteriormente. Senza stanziamenti maggiori, infatti, il prezzo di benzina, diesel e gpl nelle prossime settimane rischia comunque di avvicinarsi nuovamente ai picchi visti a marzo (fino a 2,5 euro al litro).
Per quanto riguarda gli stoccaggi del gas, invece, le garanzie statali verranno fornite fino al 31 dicembre 2022 da parte della società pubblica Sace. Viene così esteso l'aiuto concesso finora alle imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina, dalle sanzioni contro Mosca e dalle ritorsioni russe.