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In pensione sempre più tardi: dal 2019 ci sarà chi lavorerà fino a 71 anni

L’aumento della speranza di vita ha portato un incremento dell’età pensionabile che sarà effettivo a partire dal 2019: sarà necessario avere 67 anni per ritirarsi dal lavoro, ma per alcune categorie non si ha diritto ai contributi pensionistici prima dei 71 anni.
A cura di Stefano Rizzuti
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A partire dal 2019 la pensione sarà un traguardo sempre più lontano per i lavoratori italiani. Dal primo gennaio i requisiti di accesso alla pensione verranno aumentati di cinque mesi in seguito all’incremento della speranza di vita così come aumenta di 0,4 unità la somma tra età anagrafica e anzianità contributiva. Dati che si adeguano, quindi, all’aggiornamento dell’Istat sulle speranze di vita. A cambiare, tra meno di un anno, saranno i criteri che permetteranno ai lavoratori di andare in pensione, sulla base di diversi requisiti per le varie categorie. I nuovi criteri sono stati resi noti da una circolare diffusa dall’istituto di previdenza negli scorsi giorni, nella quale vengono riepilogati tutti i criteri necessari dal 2019.

I criteri per la pensione di vecchiaia

A partire dal primo gennaio 2019 e fino al 31 dicembre del 2020 l’età pensionabile sale a 67 anni. Un criterio che potrebbe ulteriormente cambiare a partire dal primo gennaio del 2021, quando si potrà andare incontro a un nuovo incremento delle speranze di vita.

I requisiti per la pensione anticipata

Per quanto riguarda i lavoratori che vanno in pensione con requisito contributivo, dal primo gennaio 2019 al 31 dicembre 2020 sono necessari 43 anni e tre mesi per gli uomini, mentre per le donne servono 42 anni e tre mesi. Anche nel loro caso, però, i criteri potrebbero essere rivisti con un nuovo adeguamento alle speranze di vita a partire dal primo gennaio 2021.

Altri requisiti invece per i lavoratori precoci. Per loro la pensione anticipata non può arrivare prima dei 41 anni e cinque mesi a partire dal primo gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2020: dal 2021 i criteri dovranno tenere conto dell’adeguamento alla speranza di vita.

Le pensioni con il sistema delle quote

Andando a vedere le novità riguardanti la somma tra anni di contributi ed età anagrafica, vengono riviste le quote. I nuovi criteri saranno diversi in base alla categoria di lavoratori. Per i dipendenti sia nel pubblico che nel privato sono richiesti almeno 35 anni di contributi e almeno 62 anni di età con un raggiungimento della quota 98 (sommando le due cifre). Per i lavoratori autonomi iscritti all’Inps servono almeno 63 anni e il raggiungimento della quota totale di 99.

Gli incrementi alla speranza di vita vengono applicati anche per il personale del comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco, il personale delle forze armate, dei carabinieri, della guardia di finanza, delle forze di polizia. Dall'aumento dei requisiti saranno invece esentati i lavoratori di 15 categorie gravose definite negli scorsi mesi.

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