In Italia 80mila giovani occupati in meno nei primi nove mesi del 2011
Nei primi nove mesi del 2011 il bilancio dell'occupazione giovanile in Italia ha fatto registrare un meno 80mila unità, lo ha annunciato il Presidente nazionale dell'Istat, Enrico Giovannini, nell'audizione davanti alla commissione lavoro della Camera dei deputati. Un dato sconfortante anche se raffrontato con le difficoltà complessive del Paese, perché nei primi tre trimestri del 2011 l'occupazione giovanile è sempre rimasta almeno 10 punti percentuali sotto il livello di quella complessiva.
Aumentano quelli che rinunciano a cercare lavoro – Un dato che conferma l'andamento degli anni precedenti, fin dall'inizio della crisi economica, infatti, l'occupazione dei giovani fra i 18 e i 29 è in continua e costante diminuzione facendo segnare nei primi nove mesi del 2011 un -2,5%. Al contempo, ha spiegato Giovannini, è diminuito leggermente anche il tasso di disoccupazione, passando dal 20,5% del primo trimestre 2011 al 18,6% del terzo trimestre. Su quest'ultimo dato ovviamente pesa molto la rinuncia a cercare un lavoro da parte di molti giovani che proprio per la difficoltà di trovare un impiego escono fuori dalla popolazione attiva. Tra quelli che ormai non cercano più lavoro ci sono soprattutto le donne e in particolare le giovani donne del sud.
Le Donne restano le più discriminate sul lavoro – Come rivela lo stesso Giannini le donne in Italia continuano ad essere occupate in lavori precari più frequentemente degli uomini e rimangono in tale condizione più a lungo dei colleghi maschi. E proprio per questo il tasso di inattività delle donne italiane rimane tra i più alti d'Europa influendo molto sul tasso di disoccupazione che rimane abbastanza basso. Sul piano globale il nostro Paese fa registrare tassi di occupazione tra i più bassi, ad esempio ben sedici punti percentuali in meno rispetto a Spagna e Francia, che dimostrano la grave situazione del lavoro italiano soprattutto tra i giovani. E le cose peggiorano se si considera la fascia di età compresa tra 15 e 29 anni come ha proposto l'Unione europea, che fa schizzare il tasso di disoccupazione al 31 per cento.