In calo il PMI del settore manifatturiero: Italia verso la recessione

Cattive notizia dall'Eurozona. In base ad una recente indagine dell'Istituto Markit Economincs l'andamento dei livelli di produzione e occupazione di alcuni paesi dell'area economica della moneta unica, si rivela nuovamente in picchiata. Tra questi, con un indice PMI di 49,8, desunto da una indagine su quattrocento aziende del settore manifatturiero, l'Italia si attesta ai minimi storici dopo un lungo trend positivo. Al suo fianco Francia e Germania, che  registrano un arresto dei livelli di crescita e tornano pericolosamente vicine alla recessione. Il peggio è tutt'altro che passato, quindi. Secondo le analisi del Markit Economincs, il Purchasing Managers Index (PMI), l'indice che misura i livelli di occupazione e produzione all'interno di un campione selezionato di aziende, è infatti sceso per alcuni paesi dell'Eruzona al di sotto dei 50, la soglia minima che divide la crescita dalla recessione.

Il nostro Paese però, non è l'unico a regredire nella corsa verso la ripresa economica. Una vasta parte della zona della moneta unica denuncia una flessione negativa della crescita del settore manifatturiero. Spagna, Paesi Bassi e Germania hanno indicato una generale contrazione dei tassi di crescita, insieme alla Francia, che ha visto un sensibile calo dei livelli di esportazione nell'ultimo nell'agosto. Fa eccezione solo l'Irlanda, con un indice che ha raggiunto il picco di crescita dal 1999. "Sebbene una crescita minima sia preferibile a una crescita zero" Spiega Rob Dobson, Senior Economist dell'Istituto Markit – "la frenata, attribuibile alle notevoli incertezze su fattori quali economia e geopolitica, sta avendo un evidente effetto contrario sui manifatturieri. Ciò si riscontra anche sul piano della domanda, con il rallentamento ad agosto del volume sia dei nuovi ordini che delle commesse per l'estero"