Imu alla Chiesa? Tutto da rifare
Niente da fare, l'applicazione dell'Imu agli immobili della Chiesa resta ancora in alto mare. Eppure dopo le polemiche dei mesi scorsi sul mancato varo del decreto attuativo, la questione sembrava risolta a seguito dell'intervento del Ministero dell'economia con tante scuse da parte del neo Ministro Vittorio Grilli. Ieri però è arrivato l'ennesimo alt che mette in discussione il tutto. Il Consiglio di Stato infatti ha bocciato il provvedimento del Ministero che doveva mettere ordine nel calcolo dell'imposta sui beni commerciali della Chiesa perché il Dicastero sarebbe andato oltre i suoi poteri. Per i giudici del Consiglio di Stato il regolamento predisposto dal Tesoro doveva solo stabilire le percentuali per le quali un immobile ecclesiastico o appartenente ad enti no profit poteva essere definito commerciale o meno, e dunque se poter pretendere l'Imu, invece si è spinto oltre stilando una sorta di elenco di casi in cui scattava l'esenzione. Il Ministero guidato da Grilli infatti doveva fare chiarezza sui quei tanti edifici, soprattutto della Chiesa Cattolica, che in Italia vengono usati con la doppia funzione di luoghi di assistenza e commerciali, ma invece secondo il Consiglio di Stato ha introdotto criteri connotati da "diversità ed eterogeneità" non rendendo chiare le regole di applicazione della legge.
Ora resta poco tempo perché il decreto attuativo deve esser presentato entro la fine di dicembre se si vuole che l'Imu possa essere applicata a partire dal gennaio 2013. Molti temono che sia un trucco per evitare l'applicazione della legge, come i radicali che parlano di "ennesimo tentativo di rinviare alle calende greche la presa d'atto che gli enti ecclesiastici proprietari di immobili destinati ad attività commerciali devono pagare l'Imu". Il sottosegretario all'economia Gianfranco Polillo però rassicura tutti e precisa che il ministero "è pronto a modificare il decreto, rispettando le indicazioni del Consiglio di Stato". Ma le intenzioni del Governo non fanno ben sperare visto che come ha spiegato lo stesso Polillo "quei criteri saranno stralciati da questo regolamento, come chiesto dal Consiglio di Stato, ma inseriti in un altro provvedimento", perché restano validi in quanto "basati sul principio che si paga l'Imu se c'è utile, come nel caso di un bar in parrocchia, altrimenti siamo nel campo delle Onlus e dunque nulla è dovuto". In questo modo però sarà più facile evitare l'Imu, ma Polillo si chiama fuori dal problema "lì entrano in campo i poteri ispettivi dell'Agenzia delle Entrate".