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Ilva, fino a 6400 esuberi per salvare le acciaierie. I sindacati: “Piani inaccettabili”

In un incontro al Mise organizzato per valutare i piani di salvataggio dell’Ilva presentati dalle due cordate Am Investco (Arcelor Mittal-Marcegaglia) e Acciai Italia (Jindal-Arvedi-Cdp-Del Vecchio) sono state svelate le offerte dei due gruppi: la proposta selezionata dai commissari (di Am Investco) prevede 4.800 esuberi, mentre quella di Acciai Italia 6.400. I sindacati ritengono inaccettabili entrambi i piani.
A cura di Charlotte Matteini
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I sindacati rifiutano entrambe le proposte avanzate da Am Investco (Arcelor Mittal-Marcegaglia) e Acciai Italia (Jindal-Arvedi-Cdp-Del Vecchio) avanzate per il rilancio delle acciaierie Ilva. Il punto della discordia, che i sindacati considerato "inaccettabile", è soprattutto il piano esuberi previsto dalle due diverse cordate. "Sia la proposta che è stata scelta dai commissari, ossia quella di Arcelor Mittal-Marcegaglia, che l’altra proposta presentata da Acciai Italia prevedono una riduzione di occupazione inaccettabile. Si sta parlando di 5000-6000 risorse in meno", ha spiegato il leader della Fiom Maurizio Landini al termine dell’incontro al Mise organizzato appositamente per la valutazione delle differenti proposte. "La riunione è stata deludente anche perché non abbiamo capito quali sono le ragioni alla base delle quali è stata scelta una proposta rispetto ad un altra. Abbiamo chiesto una comparazione delle proposte per capire le ragioni. Vedremo in occasione del prossimo incontro di giovedì", ha proseguito Landini.

Nel corso dell’incontro il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha ribadito che l’aggiudicazione della gara non è ancora formalmente avvenuta, ma che è giunta a completamento la fase di analisi delle due offerte con il parere dei commissari che si sono espressi favorevolmente nei confronti della proposta della cordata Am InvestCo. La proposta avanzata di Arcelor Mittal e Marcegaglia, con l’eventuale partnership di Intesa Sp nel caso di un’aggiudicazione, è stata selezionata dai commissari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba e prevede 4.800 esuberi, subito, dal 2018, mentre invece l'altra proposta, presentata da AcciaItalia (Jindal-Arvedi-Cdp-Del Vecchio), ne prevede 6.400. "Partiamo male. È sicuramente un punto di partenza sbagliato", ha commentato il segretario generale della Fim – Cisl, Marco Bentivogli. La proposta della cordata Am Investco prevede inoltre che la produzione, che oggi è a 5.7 mt, sia riportata entro il 2024 8 mt con il mantenimento del ciclo produttivo in atto sostenendo la produzione anche con l’utilizzo di semilavorati (bramme) a Genova e Taranto, spiegano i rappresentanti sindacali. Al momento la trattativa dunque sembra entrata in una fase di stallo, ma un prossimo incontro è stato fissato sempre al Mise per giovedì prossimo alle 10.

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