Il Pil cala ancora: -0,2%. L’Italia è in recessione
Peggio del previsto le rilevazioni dell'Istat per quel che concerne il prodotto interno lordo: nel secondo trimestre del 2014 si registra infatti un calo dello 0,2%, rispetto al periodo gennaio / marzo e dello 0,3% su base annua. Si tratta, inutile dirlo, di una vera e propria mazzata, anche considerando le stime degli analisti, che ipotizzavano una forbice fra il +0,1 percento e il -0,1 percento. Come poi sottolinea l'Istat, il calo congiunturale è la sintesi "di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi".
Dati che si aggiungono a quelli sulla produzione industriale che, seppur in crescita rispetto a dodici mesi fa, registra comunque un arretramento su base trimestrale, con pericolosi segnali per quel che concerne alcuni settori specifici. Tecnicamente, dunque, il nostro Paese entra nella fase di recessione. E immediate sono state le ripercussioni sulla Borsa, con l'indice Ftse Mib in picchiata (-2,2 percento) e un calo generalizzato dei titoli, in particolar modo quelli del settore bancario.
Del resto, che le prospettive non fossero delle migliori lo si era capito anche dalle parole del ministro Padoan, intervistato dal direttore del Sole24Ore Napolitano: "I dati negativi che ci arrivano dall'Istat riguardano, soprattutto, gli investimenti mentre, invece, i dati su consumi e esportazioni sono moderatamente positivi. Questo fa sperare bene sul recupero di fiducia delle famiglie e conferma che c'è una fase di uscita dalla recessione che è molto faticosa perché la recessione è davvero profonda". Vedremo nelle prossime ore quali saranno le reazioni politiche e quale la comunicazione ufficiale del Governo (che continua ad escludere con forza la possibilità di una manovra correttiva in autunno).