Il piano aziendale di Unicredit: 18.200 esuberi in tutta Europa, 2.700 in Italia
Non saranno 12mila, come si riteneva in un primo momento, ma ben 18.200 gli esuberi in tutta Europa previsti dal nuovo piano di Unicredit entro il 2018, che intende la vendita della controllata in Ucraina e la società paritetica con il Santander e i fondi sulla controllata del risparmio gestito Pioneer: le due operazioni permetteranno di effettuare un taglio di altri 6mila dipendenti, mentre gli altri 12.200 lavoratori lasceranno il gruppo grazie alle cosiddette "razionalizzazioni" nei centri direzionali e nella rete di banca commerciale in Germania, Austria e Italia e Centro Est Europa. Nel nostro paese i tagli, già concordati con i sindacati, dovrebbero riguardare circa 2.700 persone.
L'ad di Unicredit Federico Ghizzoni al termine del consiglio di amministrazione della società ha spiegato: "Il piano prevede per il 2018 importanti obiettivi in termini di redditività e coefficienti patrimoniali, confermando la capacità del gruppo di generare capitale in modo organico e distribuire dividendi. E' un piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso. Ma è soprattutto realistico, perché si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed è un piano totalmente autofinanziato".
Saranno, secondo i vertici aziendali, cinque i punti cardine del piano: "Accelerazione delle misure di taglio dei costi sia del personale sia delle altre spese operative"; "cessione o ristrutturazione dei business poco redditizi come la banca commerciale in Austria e il leasing in Italia"; "forte focus sull'evoluzione digitale, sostenuta da 1,2 miliardi di investimenti tra il 2016 e il 2018" (e che permetterà di chiudere ulteriori sportelli e agenzie fisiche); "chiusura della sub-holding austriaca" e trasferimento delle partecipazioni bancarie nei paesi del Centro Est Europa (Cee) "sotto il diretto controllo della holding UniCredit".